Iscriviti alla newsletter

Professioni sanitarie: paralizzata la riforma dei Collegi Ipasvi. Oggi torna in Commissione Affari Sociali

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 12/09/2017 vai ai commenti

Attualità

Oggi martedì 12 settembre, le aule dei Senato e della Camera tornano a lavoro, dopo bene 40 giorni di ferie estive; tante le questioni rimaste in sospeso; tra queste il ddl Lorenzin sulla riforma delle professioni sanitarie.

(da L'Economia e LucaBenci.it)

Che fine ha fatto?

A quanto pare la riforma è in piena paralisi.

Approvato in Senato è passato alla Camera il 24 maggio 2016, sembrava fosse arrivato ad un passo dalla conversione in Legge, ed invece dopo 1300 giorni di iter parlamentare, il testo oggi torna in Commissione affari sociali della Camera, con il rischio di tornare al Sanato, e non trovare approvazione prima della fine della legislatura.

Ma veniamo al Ddl, cosa prevede in linea di massima e il perché della paralisi, che rischia di lasciarlo incompiuto

 

Cosa prevede il Ddl Lorenzin?

 

Il Ddl “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali, nonché disposizioni per l’aggiornamento dei Lea, per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute”, prevede la riforma delle professioni sanitarie.

Il testo modifica parzialmente la normativa del 1946 ed abroga tre dei quattro capi legislativi, lasciando immutata la parte sull’organo giurisdizionale della Commissione Centrale delle professioni sanitarie.

La nuova normativa prevede la conferma degli Ordini dei Medici chirurghi ed odontoiatri, dei veterinari, dei farmacisti e dei biologici, questi ultimi annoverati tra le professioni sanitarie.

Cambia invece il nome dei Collegi Ipasvi in “Ordine delle professioni infermieristiche” che terrà due albi, quello degli infermieri e quello degli infermieri pediatrici; migreranno definitivamente le vigilatrici d’infanzia.

Il Collegio delle ostetriche diventerà “Ordine della professione ostetrica”, mentre il Collegio dei tecnici sanitari di radiologia medica, oltre a cambiare nome, diventa un grande contenitore delle professioni tecniche sanitarie:

Ordine dei tecnici di radiologia e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione”, con ben venti albi professionali.

Gli ordini professionali saranno suddivisi ancora in province, con la possibilità di accorpamento.

Gli organi degli ordini rimarranno immutati sia a livello provinciale che a livello centrale.

L’unica novità si registra per gli ordini professionali, che dovranno tenere, come visto, più albi; verrà quindi istituita la Commissione di Albo, organo a cui verranno attribuiti compiti quali i procedimenti disciplinari e la rappresentanza esponenziale della professione.

 

Ma allora dove si è inceppato il meccanismo? Perché la paralisi?

Il Ddl si è inceppato nella marea di emendamenti che fondamentalmente l’uno contraddice l’altro.

In merito al riconoscimento delle figure di osteopata, ad esempio, all’articolo 4 del testo normativo, quello che ne riguarda l’ istituzione e la definizione della professione in merito, c’è un emendamento a firma Donata Lenzi(PD), che prevede l’istituzione del corso di formazione post-laurea in osteopatia, al quale possono accedere i laureati in fisioterapia o in medicina e chirurgia, con annesso decreto che dovrebbe stabilire i criteri per il riconoscimento dei titoli equipollenti in osteopatia.

La proposta si contraddice con il contenuto dell’articolo 4 firmato dalla senatrice Di Biase (PD), che riconosce l’osteopatia come professione sanitaria autonoma.

Ed ancora emendamenti sulla figura del chiropratico, che modificano l’articolo 5, ed una modifica ancora al profilo professionale del podologo con relativo corso di laurea magistrale in podoiatria; emendamenti al riconoscimento della figura del chinesiologo, professionista delle attività motorie finalizzate al mantenimento del benessere fisico.

Insomma una matassa ancora difficile da dipanare, che dovrebbe essere risolta entro 200 giorni, una vera corsa contro il tempo, mentre le riforme che da troppo tempo aspettiamo restano al palo.

 

 

Ph credit: NotizieInformazioni.it