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Infermieri. Complicanze da catetere venoso periferico. Standard vs Midline. Quale scegliere?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 26/01/2019 vai ai commenti

Studi e analisi

 

All’80% dei pazienti che varcano la soglia di un ospedale, viene posizionato un Catetere venoso periferico che serva come accesso di emergenza o per la somministrazione di terapie.

Il CVP non è esente da complicanze, sistemiche come le infezioni e locali che vanno dalle tromboflebiti alle occlusioni o infiltrazioni e/o stravasi nel tessuto circostante alle rimozioni accidentali; una rimozione precoce del dispositivo, in un patrimonio venoso compromesso, può rendere necessario il ricorso a un catetere venoso centrale, più invasivo e, probabilmente, più pericoloso e costoso.

Lo studio preso in esame ha lo scopo di verificare se l’incidenza delle complicanze da accessi venosi periferici, si riduce con l’utilizzo delle cannule lunghe midline, rispetto alle cannule standard.

Lo studio

La ricerca è stata condotta su 211 pazienti ricoverati in un reparto di Medicina e Chirurgia di Accettazione e Urgenza, per un totale di 339 cannule; 106 pazienti sono stati randomizzati a ricevere la cannula lunghezza standard e 105 quella midline. Sono stati inclusi i pazienti maggiorenni con una terapia >72 ore e indicazione di posizionare un catetere venoso periferico.

 

I risultati

Si sono verificate 186 complicanze con le cannule di lunghezze standard vs. 16 con le midline.

Nei pazienti a cui era stato applicato il midline non ci sono state flebiti, mentre con le cannule standard ne sono state registrate 47; le infiltrazioni sono state notevolmente ridotte (66 vs 2 per 1000 giorni catetere) e anche le trombosi asintomatiche (34 vs 7 per 1000 giorni catetere).

Una notevole riduzione si è ottenuta anche per le occlusioni e le rimozioni accidentali.

Tutte le differenze sono statisticamente significative, ad eccezione delle trombosi sintomatiche e delle rimozioni per altre cause.

Si sono verificate molte meno complicanze con le cannule midline, comprese le flebiti, le infiltrazioni e le occlusioni, che rappresentano le maggiori complicanze dei cateteri venosi periferici;anche meno rimozioni accidentali, le cui cause possono essere maggiormente riferibili alla collaborazione del paziente.

L'analisi economica, nonostante la netta riduzione delle complicanze, indica una spesa elevata con le cannule midline, ma è anche vero che se si tiene conto delle complicanze prevenute, l'elevato costo dei midline viene ridimensionato. I pazienti con midline riferiscono meno limitazioni (96% vs 50.7%) e sono più soddisfatti (91.9% vs 53.7%).

 

Da:

Valutazione dell’efficacia dei dispositivi

venosi periferici a cannula lunga

vs quelli di lunghezza standard

nella riduzione delle complicanze:

studio clinico randomizzato controllato

Tiziana De Prospo,1 Antonia Attini,2 Renato De Giorgi,2 Stefania Farinelli,2 

Daniela Joli,2 Francesca Maddalena,2 Ugo Marchisio,2 Silvio Geninatti3