Tassa Opi Oristano, aumento fino a 100 euro. Le considerazioni del Presidente Raffaele Secci sugli Ordini oggi
Ho ricevuto telefonata del tutto inaspettata stamattina.
Era Raffaele Secci, Presidente dell'Ordine degli Infermieri di Oristano che mi cercava per ringraziarmi del pezzo su aumento della tassa Opi della sua provincia.
Mi aspettavo qualcosa di diverso francamente, una critica, una richiesta di diritto di replica. Si trattava invece di complimenti sinceri per un pezzo che a suo dire, toccava alcuni punti fondamentali. La questione tassa di iscrizione è passata in secondo piano, pur rimanendo controversa; qualcosa che gli infermieri di Oristano dovranno chiarire. La chiacchierata ha toccato alcuni temi interessanti e ho deciso di offrire al presidente Secci uno spazio di approfondimento per alcune sue considerazioni che credo valaga la pena di leggere.....
Andrea Tirotto
Gentilissimo Andrea
Ti ringrazio per l' attenzione prestata al fatto che l'OPI di Oristano quest' anno abbia aumentato la quota di iscrizione. Sento davvero di doverti ringraziare, sopratutto perchè poni l'attenzione ad alcuni aspetti che spesso ( giusto per usare un eufemismo) non sono presi in considerazione, ritengo forse volutamente.
Quando sostieni che :“gli infermieri sentono l’ordine da sempre lontano dalle loro rivendicazioni, soprattutto perché queste sono sostanzialmente di natura sindacale e gli ordini stessi, da sempre, si dicono lontani e contrari a qualsiasi commistione”.
Dici una cosa sacrosanta, infatti, troppo spesso non ci si prende la briga di andare a verificare prima di inoltrare l’istanza piuttosto che la rivendicazione di un leso diritto, quale sia sotto il profilo giuridico, il mandato dell’Ente cui l’istanza stessa è inoltrata.
Si tende troppo spesso a confondere le cose, dimenticando che, mentre il Sindacato è l’organo preposto alla giusta tutela del lavoratore e quindi, ad esso vanno inoltrate tutte quelle istanze e rivendicazioni che interessano il demansionamento, la scarsa remunerazione, la cattiva quando non pessima organizzazione del lavoro e, a questo proposito come considerazione del tutto personale, non riesco proprio a capire per quale ragione recondita molti, troppi colleghi ancora si iscrivano a sindacati che nulla hanno a che fare con la nostra categoria.
L’Ordine professionale invece, è quell’Ente “sussidiario” dello Stato che, come mandato principale ha la tutela e garanzia del cittadino, attraverso l’azione di controllo dei suoi iscritti per quanto attiene la formazione, il rispetto del decoro della professione e il contrasto all’esercizio abusivo della stessa.
Sono portato a credere che probabilmente questo fraintendimento, abbia origine dalla scarsa attenzione a questo argomento, che i percorsi formativi offrono a chi si appresta ad esercitare la Professione di Infermiere e, il tutto, viene lasciato alla libera interpretazione del singolo, dando così spazio al crearsi di situazioni di “comodo personale”.
Ciò che la FNOPI (quindi tutto il consesso degli OPI provinciali, Oristano compreso) oggi chiede a gran voce , che tu conoscerai bene, ma che mi permetto di riportarti qui appresso, nella sostanza non sono altro che il sunto di quanto da tempo nelle opportune sedi si sta chiedendo.
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Un‘area contrattuale infermieristica che riconosca peculiarità, competenza e indispensabilità ormai evidenti di una categoria che rappresenta oltre il 41% delle forze del Servizio sanitario nazionale e oltre il 61% degli organici delle professioni sanitarie.
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Una indennità infermieristica che, al pari di quella già riconosciuta per altre professioni sanitarie della dirigenza, sia parte del trattamento economico fondamentale, non una “una tantum” e riconosca e valorizzi sul piano economico le profonde differenze rispetto alle altre professioni, sempre esistite, ma rese evidenti proprio da COVID-19.
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Garanzie sull’adeguamento dei fondi contrattuali e possibilità di un loro utilizzo per un’indennità specifica e dignitosa per tutti i professionisti che assistono pazienti con un rischio infettivo.
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Garanzie di un adeguamento della normativa sul riconoscimento della malattia professionale in caso di infezione con o senza esiti temporanei o permanenti.
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Immediato adeguamento delle dotazioni organiche con l’aggiornamento altrettanto immediato della programmazione degli accessi universitari: gli infermieri non bastano, ne mancano 53mila ma gli Atenei puntano ogni anno al ribasso.
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Aggiornamento della normativa sull’accesso alla direzione delle aziende di servizi alla persona: siamo sul territorio, dove l’emergenza ha dimostrato che non è possibile prescindere da una competenza sanitaria di tipo assistenziale a garanzia degli ospiti. Come nelle RSA ad esempio dove da ieri si stanno destinando proprio infermieri, quelli del contingente dei 500 volontari scelti dalla Protezione civile, ma anche a domicilio con cronici, anziani, non autosufficienti e così via.
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E per questo – è la settima richiesta – dare anche agli infermieri pubblici – superando il vincolo di esclusività, un’intramoeniainfermieristica già scritta anche in alcuni Ddl fermi in Parlamento che gli consenta di prestare attività professionale a favore di strutture sociosanitarie (RSA, case di riposo, strutture residenziali, riabilitative…), per far fronte alla gravissima carenza di personale infermieristico di queste strutture. Applicando anche nel caso la legge 1 del 2002) di 18 anni fa quindi) che prevedeva prestazioni aggiuntive e possibilità che altro non sono se non il richiamo in servizio di pensionati e contratti a tempo determinato utilizzati una tantum (ma indispensabili a quanto pare) per COVID-19.
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Tutte le novità chieste per il servizio pubblico dovranno servire anche per accreditare e autorizzare le strutture private dove dovranno essere inserite e previste a questo scopo.
Ritengo personalmente di poter condividere quanto da te auspicato circa il poter inaugurare una nuova stagione convinta e proficua di rivendicazione, proprio nell’intento di vedere soddisfatte le giuste istanze di riconoscimento della Professione, quindi degli stessi Professionisti sotto l’aspetto del riconoscimento sociale ed economico, anche a maggior tutela di chi li ha eletti, suo malgrado, a nuovi eroi popolari.
Ad maiora
Raffaele Secci