Iscriviti alla newsletter

L'infermiere fragile come il vetro. Chi se ne prende cura?

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 13/03/2022

Punto di Vista

Bella città Venezia.

Ci ho passato quattro bellissimi giorni di ferie e riposo cercando di distrarmi quanto più possibile anche se si sa, è difficile staccare completamente, maledette mail, maledette chat.

E se i richiami da connessione non bastassero ecco che a ricordarti chi sei, che professione eserciti e in che ambiente, ci pensano i numerosi negozi di ricordi che tempestano le calle veneziane con la loro attraente esplosione di scintillii, colori e mirabili opere d'arte dei famosi mastri vetrai, artefici del miracolo che modella una materia informe e incandescente in un'opera d'arte unica e irripetibile.

Se le vetrine più prestigiose lasciano senza fiato, tante altre sono certamente più accessibili e non è possibile evitare di avvicinarsi ad ammirare divertiti alcune rappresentazioni di arti e mestieri piccole e piccolissime. Questo l'effetto che quelle vetrine hanno fatto a me e non nego di aver provato un certo orgoglio quando con mia grande sorpresa, tra quelle figure stilizzate, colorate, divertenti e spiritose ho potuto riconoscermi, ho riconosciuto l'infermiere e anche l'ostetrica.

Lo dico da molto tempo, il prestigio sociale di una professione passa anche dalla sua rappresentazione ironica e sono contento che l'infermiere non faccia oggi eccezione. E mentre facevo questa considerazione, divertito al cospetto di una statuetta dalle forme improbabili, così come la siringa che reggeva in mano, la similitudine vetro-infermiere prendeva sempre più consistenza nella mia mente.

Infermiere vetro 2 Guardavo quella statuina e mi dicevo quanto fosse fragile e delicata, quali e quante accortezze avrei dovuto prendere per impacchettarla, trasportarla, custodirla e godere quindi dei sorrisi che mi avrebbe regalato osservarla. Ma quanto poco sarebbe bastato perché si rompesse nel mio zaino o alla prima spolverata? Esattamente come accade oggi all'infermiere; quante poche tutele, quanti pochi accorgimenti, quante poche cautele esistono perché sopravviva al degrado di una sanità che squalifica la qualità dell'assistenza e con essa degrada e mortifica fino a spezzarlo?

Fornace Eppure gli infermieri resistono, magari si adattano e prendono nuove forme, esattamente come il vetro che si coccola agli oltre 1400 gradi necessari perché possa diventare la materia malleabile che conosciamo e prenda vita nella forma e nel colore che la fantasia dell'artista avrà immaginato.

L'infermiere è come il vetro, può essere invisibile e trasparente ma basta dargli un po' di colore e una forma e diventa un'emozione come quelle che vive ogni professionista, bella o brutta che sia; è come il vetro informe e incandescente, cioè capace di prendere le forme che servono perché i pazienti siano assistiti, sapendo che può resistere a tutto o a nulla sempre che ci sia qualcuno che si prenda cura anche di lui.

 

Andrea Tirotto