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Ospedale di Perugia al collasso: personale sanitario allo stremo delle forze

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La Redazione
Pubblicato il: 07/11/2022 vai ai commenti

NurSind dal territorioUmbria

Reparti in over booking con numerosi appoggi di pazienti in altri reparti, letti nei corridoi in tutti i reparti di degenza  delle  cliniche  mediche  ed  ora  anche  nei  reparti  ad  alta  intensità  assistenziale,  letti  che  anche materialmente mancano, code di 10 ore e più al Pronto Soccorso, personale sanitario carente e stremato da doppi turni, riposi saltati, ferie negate, altri istituti contrattuali non rispettati e condizioni lavorative indegne.

Il tutto arricchito dalla oramai cronica presenza di pazienti Covid positivi e con pluripatologie ospitati nei 3 reparti dedicati e che assorbono notevoli risorse, anche umane, da oramai quasi 3 anni!

“Questo il quadro che si presenta ai nostri occhi visitando le corsie ed i reparti della Azienda Ospedaliera di Perugia. Sembra di visitare un ospedale da terzo mondo, con tanti pazienti appoggiati nei corridoi, anche in gravi condizioni, senza privacy e senza adeguata assistenza”, commenta Marco Erozzardi, segretario territoriale NurSind Perugia.

 

Le gravi criticità evidenziate nei mesi scorsi e che hanno portato fino allo stato di agitazione del personale, indetto da NurSind e conseguente convocazione della Direzione Generale davanti al Prefetto, sono senza dubbio peggiorate.

Evidenzia Erozzardi: “Sembra  quasi  che  la  Direzione  Aziendale  abbia  alzato  le  mani  di  fronte  a  problematiche  organizzative apparentemente irrisolvibili, causate in primis da una  cattiva risposta del territorio alla domanda di salute che  spesso  porta  i  cittadini  ad  intasare  il  Pronto  Soccorso  e  conseguentemente  le  corsie  ospedaliere.  La cronica carenza di personale fornisce ulteriore ingrediente per un mix letale. Il risultato? Una bassa qualità erogata dell’assistenza e delle cure, che porta i pazienti degenti, ad esempio, ad essere spesso dimessi prima del dovuto con successivi istantanei e frequenti reingressi in ospedale. Un cane che si morde la  coda insomma!”

I dirigenti sindacali NurSind si chiedono dove sia sbandierata sanità del territorio -  la sanità che va a casa del cittadino senza costringere il cittadino a rivolgersi sempre all’ospedale, soprattutto quello del capoluogo per la sua alta specializzazione? Dov’è quella mole di infermieri e medici che sarebbero stati assunti (secondo i dati governativi regionali) e che  dovrebbero  intercettare  la  domanda  di  salute  al  fine  di  evitare  acuzie senza  poi  richiedere cure ospedaliere?

 

Conclude Erozzardi: “Gli utenti,  gli  infermieri  e  il  personale  sanitario  tutto  della  Azienda  Ospedaliera  di  Perugia  meritano considerazione  e  rispetto!  E  soprattutto  meritano  un  ospedale  che  dia  risposte  serie  e  non  crei  ulteriori domande  di  salute, particolarmente in  virtù  delle  altissime  qualità  dei  professionisti  che  vi  lavorano; professionisti validi e dediti al proprio lavoro che però in tale contesto organizzativo tendono a soccombere fagocitati dal caos regnante. Chiediamo un immediato e maggior impegno da parte della Direzione Aziendale, della Università di Perugia e  della  Direzione  Generale  Regionale  alla  Salute  nel  portare  soluzioni  fattive  alle  gravi  criticità  segnalate. Criticità meritevoli di segnalazioni anche in altre sedi, legalmente competenti”.