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Infermieri. I contributi maturati all’estero validi anche per la pensione in Italia

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 15/03/2024

Previdenza

La mobilità internazionale dei professionisti sanitari italiani non è un fenomeno recente, ma i dati forniti dalla Federazione degli Ordini dei medici (FnomCeo) e l'analisi basata sul Database Ocse rivelano una tendenza preoccupante che merita un'attenzione approfondita.

L'Esodo dei Professionisti Sanitari

Negli ultimi due decenni, l'Italia ha assistito a una vera e propria "fuga di cervelli" nel settore sanitario. Oltre 180.000 tra medici e infermieri hanno lasciato il paese per cercare migliori opportunità all'estero. Questo movimento si è accentuato a partire dal 2009, evidenziando una correlazione con le politiche di blocco del turnover e dei contratti nel settore.

Il Contesto dei Medici

Circa 131.000 medici hanno varcato i confini nazionali, spinti da motivazioni diverse, che vanno dalla ricerca di migliori condizioni lavorative fino alla volontà di vivere esperienze professionali arricchenti in contesti diversi.

La Situazione degli Infermieri

Analogamente, quasi 48.000 infermieri hanno intrapreso lo stesso percorso, determinando non solo una perdita di competenze ma anche accentuando il problema della carenza di personale qualificato che affligge il sistema sanitario italiano.

Ripercussioni sul Servizio Sanitario

Questa emigrazione massiva ha inciso significativamente sulla qualità e sull'efficienza del servizio sanitario nazionale, mettendo in luce la necessità urgente di interventi mirati per invertire questa tendenza.

La Doppia Posizione Previdenziale

Un aspetto meno dibattuto, ma non per questo meno rilevante, è la questione della doppia posizione previdenziale. Molti medici ed infermieri si trovano a navigare tra due sistemi previdenziali, uno italiano e l'altro estero, una condizione che può generare benefici ma anche complessità, in particolare per quanto riguarda i diritti pensionistici.

Il Ruolo della Totalizzazione Internazionale

La totalizzazione internazionale si pone come una soluzione a questi dilemmi previdenziali, permettendo ai professionisti di cumulare i periodi di contribuzione in diversi paesi per ottenere il diritto a una pensione. Questa pratica, pur non influenzando l'ammontare della prestazione, garantisce il riconoscimento dei diritti acquisiti, facilitando così la mobilità internazionale senza penalizzazioni significative.

  • Definizione: La totalizzazione internazionale permette di sommare i periodi di contribuzione in diversi paesi per ottenere il diritto a una pensione, senza trasferire effettivamente i contributi da uno stato all'altro.
  • Regolamentazione UE e Convenzioni Bilaterali: I regolamenti UE richiedono un periodo minimo di un anno di assicurazione per la totalizzazione, mentre le convenzioni bilaterali variano nei dettagli.
  • Importanza: Questo meccanismo è fondamentale per quei lavoratori che, altrimenti, non avrebbero diritto a una pensione autonoma in uno dei paesi dove hanno lavorato.

da sanità24