Enna, il Sì del Giudice all' Università Romena,ma i titoli non saranno validi
Enna, Università privata Rumena “Dunarea de Jos”.
La vicenda ha inizio, nella calda quanto mai afosa estate siciliana scorsa, quando diviene di pubblico dominio, l'intento della suddetta università di aprire la propria sede in Sicilia, per insediarvi la Facoltà di Medicina , in cui formare medici e professioni sanitarie.
La “vicenda”, ha assunto fin da subito i contorni del giallo per le dinamiche che ne hanno visto l'insediamento, qualcosa che per molto tempo avrebbe fatto parlare di sé.
Partiamo innanzitutto dall'Università, come è arrivata in Italia, e più precisamente in Sicilia?
L'Università “Dunarea de Jos”di Galati, è sbarcata ad Enna “grazie” per così dire, a Vladimiro Crisafulli, ex senatore Pd, attuale coordinatore del partito nella provincia di Enna nonché amministratore delegato della Fondazione Proserpina, che ha mutato la ratio da Fondazione a Srl. E' l'ex senatore che ha lavorato perché l'Università sbarcasse in Sicilia.
Questa prevede due corsi di Laurea : “Medicina e Farmacia “, “Professioni Infermieristiche”( ho già seri dubbi sulle denominazioni).
Per ciascun corso di Laurea i posti previsti sono 60, e l'accesso non prevede nessun test di accesso, al pari di una retta annuale di 9.000/9.500 euro.
Gli spazi atti ad accogliere gli studenti per lo svolgimento delle lezioni, sono stati messi a disposizione dall'Ospedale e dall'Università di Enna, sulla base di una convenzione firmata dall'Assessorato Regionale alla Sanità e dal Rettore dell'Ateneo rumeno.
Siamo a fine Agosto quando la notizia rimbalza alla cronaca, in Italia ci si prepara allo svolgimento dei test di ammissione alle Facoltà di Medicina e Professioni Sanitarie, questo basta a scaldare gli animi, infuriano le più atroci polemiche.
Dalla stessa parte Studenti e Professori, si scagliano contro l'ateneo Rumeno e contro chi l'ha voluto.
Le ragioni sono chiare e quanto mai sensate; mentre in Italia da anni si lotta contro il numero chiuso per le Facoltà universitarie contro un Ministero dell'Istruzione che sembra invece difenderle ad ogni costo, improvvisamente spunta una tal de tali università straniera che non ha test di accesso, ma che ha come discriminante il costo decisamente proibitivo della retta, una sorte di selezione economica.
Le posizioni
Il Miur
La polemica infuria talmente tanto, che il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini non può restare indifferente, temporalmente siamo a Settembre, quando arriva dal Miur la prima diffida, vengono diffidati tutti i soggetti coinvolti, dal rettore della Kore, ai vertici della Fondazione Proserpina, al Presidente della Regione, “a non fare nulla, a restare inattivi, prima che il ministero abbia chiarito gli eventi”.
Afferma il Ministro Giannini: L'istituzione dell'Università non può avvenire su iniziativa del privato cittadino, ma deve avere un percorso preciso, qui del tutto inesistente”.
L'ex senatore Crisafulli
Niente di irregolare secondo l'ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli,”E' un'operazione tendente ad allargare l'offerta formativa in Sicilia, tendente a dare risposte ai tanti ragazzi che vogliono iscriversi a Medicina” dichiara, assicurando che per accedere alla facoltà romena ci sarà un test di accesso previo superamento di un corso di lingua rumena di 360 euro, del costo di 1000 euro; aggiunge, “Il progetto è stato approvato dalla regione siciliana, non tocca la programmazione italiana e non rientra nelle scelte del governo italiano. Abbiamo fatto una convenzione con la Regione Sicilia per utilizzare per il praticantato le strutture delle cliniche ospedaliere.”
L'Ateneo Rumeno
“Siamo nella culla della democrazia e della civiltà, ma la realtà suggerisce diversamente”, esordisce così Cesar Bichescu, Direttore Generale dell'ateneo Rumeno, in una conferenza stampa tenuta ad Enna in Novembre.
Si mostra deciso nel portare avanti il progetto, senza cedere alle pressioni dello Stato Italiano, annunciano una denuncia alla Commissione Europea contro l'Italia, questo perché sempre secondo il Direttore, la Dunarea de Jos, rispetta tutte le leggi sia rumene che europee, la loro didattica è riconosciuta a livello internazionale e possiede tutti gli accreditamenti possibili per essere ritenuta un'università di eccellenza. Il documento Europeo che avrebbe consentito all'ateneo rumeno di aprire ad Enna è stato ratificato tramite il trattato di Lisbona.
L'ateneo non è una succursale, ma una estensione formativa in aula remota, che quindi non ha bisogno delle autorizzazioni del Miur.
A niente servirà quindi la diffida del Miur, i corsi cominciano e viene annunciata l'inaugurazione dell' Università per il 14 Dicembre 2015.
Ma il Miur non si ferma alla prima diffida, al restare sordi allo stop delle attività da parte dell'Ateneo, siamo a novembre quando chiede l'intervento della Procura.
La Procura di Enna sequestra i locali dell'Ospedale Umberto I, dove si stavano svolgendo le lezioni di lingua rumena, tramite la Guardia di Finanza.
Cinque gli indagati, dopo lo stop delle lezioni ed il sequestro dei locali:
Crisafulli, socio fondatore di Proserpina, un funzionario dell'Asp di Enna accusato di falso per soppressione, il protocollo siglato dall'allora Commissario straordinario pro tempore dell'Asp e la fondazione Proserpina, che prevedeva la consegna di 28 stanze adibite ad aule, non è mai stato trovato, neppure in originale; ancora indagati l'ex commissario dell'Asp, Giuseppe Termine, l'attuale direttore Generale Giovanna Fidelio ed il Direttore Sanitario Emanuele Cassarà.
Siamo a Gennaio di quest'anno quando il Rettore dell'Ateneo Rumeno, Birsan, invia una lettera al Ministro Giannino per chiedere le motivazioni dello stop alle attività dell'Università, evidenziando come la la campagna di stampa abbia danneggiato l'immagine della Dunarea de Jos.
Ed eccoci all'atto finale, almeno per adesso, di questo “Pasticcio all'Italiana”, il giudice Civile di Caltanissetta ha confermato la legittimità dei corsi di Medicina e professioni sanitarie dell'Università Rumena, rigettando il ricorso presentato dall'Avvocatura distrettuale dello Stato sulla legittimità dell'avvio delle attività didattiche dei corsi di laurea rumeni.
I giudici hanno dato ragione al Fondo Proserpina ed all'ateneo Romeno.
Ma è una vittoria di Pirro.
Infatti nonostante l'ordinanza di legittimazione da parte del Tribunale di Caltanissetta per il Miur i titoli acquisiti con l'Università romena non avranno nessun valore in Italia, in quanto l'ateneo non è Accreditato.
Luca Lantero, Direttore del Cimea, Centro del Riconoscimento dei titoli di studio, avverte “In base al decreto 214/04, che applica la legge alla ratifica della convenzione di Lisbona sul riconoscimento dei titoli di studio, i titoli rilasciati da un'istituzione estera che opera in Italia,valgono solo se l'Istituzione è accreditata presso il Miur.
Quando otterranno il titolo, gli studenti dell'ateneo romeno, non potranno accedere ad alcuna procedura di riconoscimento.