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Approvata la Asl unica Asur in Regione Sardegna

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 04/05/2016 vai ai commenti

NurSind dal territorioSardegna

Regione Sardegna: approvata la asl unica Asur.

 

Il Presidente della Regione Pigliaru"Abbiamo una struttura organizzativa inadeguata - ha detto il Presidente - con costi insostenibili e sempre crescenti. Occorre agire come un unico sistema fortemente integrato, con una regia unica e forte. E' il motivo per cui abbiamo proposto al Consiglio regionale una sola Asl e il motivo per cui l'Assemblea l'ha votata. Siamo tutti concordi sul fatto che la sanità ha bisogno di allocare bene le proprie risorse, eliminando gli sprechi e puntando sulla qualità dell'assistenza" (Leggi il comunicato).

E’ con queste parole che il presidente della Regione Sardegna Pigliaru, proclama la svolta epocale della sanità sarda. Non bastava infatti il riordino della rete ospedaliera che tanto clamore e discussioni sta causando in questo periodo; a un progetto già di per sé clamoroso dagli effetti e dalla portata che solo chi avrà la sfortuna di ammalarsi potrà veramente giudicare, si aggiunge quest’altra rivoluzione i cui effetti riformatori e risanatori nessuno può prevedere. Le opinioni generali di chi partecipa alle riunioni sul tema che si susseguono di questi tempi, riportano una sostanziale approvazione di un progetto di riordino, perché è indubbio che spendere metà del bilancio regionale sia un esercizio che non possa proseguire oltre; tanto più se la qualità e l’efficienza del Servizio Sanitario Regionale non arriva agli standard attesi. E allora riformiamo, al grido di rete, sistema, unificazione, efficientamento e tutte le parole di cui solitamente la politica riempie i discorsi e i comunicati stampa per indorare una pillola che al momento, assomiglia più a una supposta in volo ad altezze decisamente preoccupanti.

InfermieristicaMente segue la vicenda con attenzione dall’inizio (Leggi l'articolo). Abbiamo tante volte spiegato le ragioni della necessità di modifiche a tutto l’impianto che continua ad essere incentrato sul problema ospedale-costi piuttosto che sulla necessità di puntare sullo sviluppo dei servizi assistenziali infermieristici territoriali. Ed in effetti cominciamo a registrare qualche cambio di idea tra gli esponenti politici espressione del territorio del nord ovest Sardegna i quali cominciano a riconoscere ciò che la categoria infermieristica va dicendo da più di un anno e cioè che una riforma coraggiosa deve partire dal territorio. Ci si sta rendendo conto che la riforma appare più come la costruzione di una casa che comincia dal tetto piuttosto che dalle fondamenta. La Regione è impegnata infatti contemporaneamente nel riassetto degli ambiti di governo territoriali derivanti dal referendum sull’abolizione delle provincie. Un percorso che allo stato attuale ha visto nascere l’area metropolitana di Cagliari, il ritorno seppur provvisorio alle vecchie quattro storiche province. In tutto questo si inserisce una riforma che prevede una asl unica ma contemporaneamente la nascita delle Aree socio-sanitarie locali che di fatto corrispondono alle vecchie asl appena abolite, aree che si dovranno occupare di territori non ancora definiti. Tutto dovrebbe portare a mirabolanti risparmi che non si capisce però da dove dovrebbero arrivare se si aggiunge inoltre che viene istituita una ulteriore azienda che dovrà occuparsi dell’emergenza urgenza, tutti enti e strutture che avranno necessità di direttori e dirigenti che dovranno essere comunque pagati…da qualcuno.

Era necessario piuttosto avere il coraggio di puntare sulla prevenzione e sul territorio:

  • decidere che la vera partita del risparmio, della qualità e della pertinenza delle prestazioni passa da un sistema che ha nel territorio il cuore pulsante della capacità di risposta ai bisogni di prevenzione e salute della popolazione, da attuarsi attraverso la nascita di una medicina territoriale ben strutturata, affiancata da una rete di servizi assistenziali infermieristici (infermiere di famiglia ad esempio), da un sistema di cure riabilitative, di gestione della maternità e della nascita e della cura delle donne in ambito territoriale;
  • avere il coraggio di dire che il miglioramento del sistema dell’emergenza non dipende da fantomatiche nuove azienda ma piuttosto da una buona riorganizzazione dell’esistente, puntando sulle autoinfermieristiche ad esempio, ottimo strumento per aumentare la capacità di fare filtro sul territorio;

L'Assessore Sanità ArruQuesti sono solo alcuni degli aspetti e delle proposte che nel tempo sono state recapitate all’attenzione dell’assessore Arru e delle quali, amaramente, constatiamo che nulla è stato preso in considerazione. In questo però la categoria infermieristica non pare essere sola, posto che nemmeno le proposte dei sindaci del territorio, tantomeno quelle dei dirigenti medici, hanno trovato udienza. Insomma pare che il fronte degli scontenti, di fronte a tutto l’impianto riformatore, sia particolarmente ampio.


C’è però una cosa che più di tutte risulta oltremodo indigesta. In tutte le conferenze dove sono stati invitati, tutti i consiglieri regionali espressione del territorio, tra i quali ricordiamo il presidente del consiglio regionale Dott. Ganau, quasi tutti appartenenti al partito di maggioranza di governo ovvero il Partito Democratico, si definiscono oggi contrari alla riforma della rete ospedaliera così come licenziata dalla giunta, scettici e dubbiosi sulla asl unica. Questo progetto è in Il presidente del consiglio Ganaupiedi dal novembre del 2014 e sta arrivando alla naturale conclusione senza aver avuto nessun tipo di modifica a parte qualche dettaglio. Questi consiglieri si dicono oggi pronti a portare in consiglio gli emendamenti proposti dai vari attori locali. C’è da chiedersi quale credibilità possa avere tale atteggiamento ostativo alla luce di un percorso che è arrivato in dirittura d’arrivo senza trovare ostacoli come un treno arriva in stazione.

Saranno pronti a fare le barricate votando contro i loro stessi amici quando capiranno che il progetto deve passare esattamente come è stato formulato? Saranno pronti a far cadere la giunta? Ad andare a casa in coerenza con l’impegno che hanno preso di fronte alle varie platee?

 

Andrea Tirotto