Infermieri. Dall'occupazione al Demansionamento. Intervista a Barbara Mangiacavalli, in occasione del Congresso OPI
Sassari
Lo stato dell’arte della professione infermieristica
Importante convegno oggi a Sassari organizzato dall’Ordine degli Infermieri. L’occasione per fare il punto della professione in generale ed in particolare a Sassari alla luce della nuova organizzazione prevista nel grande ospedale della città.
Grazie all’intervento del direttore generale della nuova Azienda Ospedaliero Universitaria D'Urso, infatti, la platea ha avuto precisa illustrazione riguardo le ragioni della nascita del dipartimento delle professioni sanitarie nell’atto aziendale. Una novità molto importante che affida piena dignità alla professione infermieristica, definendo una struttura organizzativa autonoma di gestione delle risorse e della programmazione per la quale si chiede ora di farsi trovare pronti. Intervistato al termine della propria relazione, D'Urso non si è sottratto alla domanda riguardo le ultime vicende sulla firma del contratto e l'esclusione della trattativa di secondo livello dell'unica sigla rimasta decisa a non firmare, Nursind e ha anzi tenuto a sottolineare la piena titolarità alla partecipazione ai lavori indipendentemente dalla capacità di firma. Una notizia molto importante che può essere d'esempio in tutte le altre aziende in cui si cerca di tenere fuori dai tavoli il sindacato degli infermieri.
L’ordine di Sassari ha dato dignità al tema dell’obbligatorietà dell’iscrizione all’Ipasvi prima, tanto più all’ordine adesso, attraverso la relazione del prof. Occhiena (ordinario di diritto amministrativo Sassari), anche alla luce delle dolorose vicende legate alla cancellazione di numerosi professionisti dall’albo e dalle inchieste che ne sono susseguite (leggi).
Si è quindi parlato dello sviluppo della professione in campo territoriale, attraverso la relazione del dott. Joseph Polimeni (direttore sanitario area direzione di presidio asl Toscana Centro Firenze) che ha parlato delle esperienze di assistenza territoriale con particolare riguardo alle case della salute e ospedali di comunità. Sottolineata ancora una volta la necessità del potenziamento del territorio che vede nella casa della salute una delle migliori soluzioni per dare risposte alle domanda di assistenza e cura.
Ha chiuso la giornata la presidente FNOPI dott.ssa Barbara Mangiacavalli che ha tracciato un quadro a luci alterne sulla professione. "Italiani e professionisti stanno invecchiando, abbiamo problemi di solitudine sociale, di disabilità. I dati disponibili dimostrano che invecchiamo da malati e il panorama che abbiamo di fronte impone un piano sui modelli assistenziali non più rinviabile perché la cronicità è già esplosa". "La frammentazione del sistema dimostra come si stia agendo in ordine sparso e senza che i servizi abbiano trovato una lingua unica di comunicazione, tra ambiti diversi (ospedale territorio) ma anche all’interno delle strutture stesse". "Sistemi frammentati anche nell’erogazione delle risorse necessarie finanziate da enti diversi che non parlano tra loro". "Le persone devono trovare risposte e le risposte non possono arrivare solo da organizzazioni per quanto complesse come i dipartimenti delle professioni sanitarie che magari non parlano tra di loro, organizzazioni mono professionali". "I dipartimenti devono dialogare tra loro e il percorso clinico assistenziale deve trovare continuità presso i servizi sociali, perché il bisogno è complesso".
"La tecnica attrae – ha proseguito la Presidente - ma non può essere l’unico modo per rendere prestigioso il ruolo, perché il modello ospedale è ormai noto mentre sul territorio tutto è ancora da scrivere, ed è li che si gioca la vera partita professionale".
Mangiacavalli ha poi parlato di occupazione: "non si può più pensare di sentirsi occupati solo alle dipendenze di una struttura pubblica a tempo indeterminato. Perché ci sono ambiti professionali che abbiamo abbandonato ad altri, come le rsa, dove gli infermieri non ci sono e non colgono l’occasione di andare a dirigerne le funzioni di assistenza diretta, erogate dal personale socio sanitario ad esempio".
La presidente è entrata poi nel merito della formazione con una critica e una proposta: "abolire il numero chiuso a medicina non è una soluzione, la soluzione è la specialistica infermieristica. Il master un titolo preferenziale. Ma per cosa? La flessibilità organizzativa ha finora imposto soluzioni improprie come inviare un infermiere con master in un’area a coprire il buco di un’altra". "Una soluzione potrebbe essere quella della recisione della normativa concorsuale per cui si possa attuare un reclutamento per area così che chi partecipa sa dove andrà ad operare". "L’infermiere specialista è una necessità ed una soluzione e sarà colui che dopo la laurea magistrale farà una scuola specialistica di due tre anni in aree specifiche. Le stesse associazioni dei malati ci chiedono la specializzazione". "Alcune funzioni professionali sono infungibili: è possibile che un chirurgo che non va in sala operatoria debba occuparsi di medicazioni? E allora risulta evidente che alcuni campi di pertinenza infermieristica siano costantemente occupati da chi probabilmente compie un reato di abuso della professione infermieristica di cui è bene cominciare a parlare".
Non è potuto mancare un cenno al famigerato articolo 49 e al demansionamento con un richiamo a fare "attenzione a cosa intendiamo per demansionamento perché non può essere ridotto tutto all’igiene personale, posto che siamo tutti d’accordo nel dire che riguardo l’assistenza diretta c’è differenza tra paziente e paziente tanto più in base alla patologia per cui questi è ricoverato". "Siamo certi di aver fatto un’attenta analisi dei bisogno e aver redatto il corretto piano assistenziale? Il demansionamento può partire solo da questi presupposti ed ecco da dove può arrivate il riconoscimento sociale che tanto pretendiamo".
Il Presidente dell'Ordine Piero Bulla ha poi chiuso i lavori ringraziando relatori e convenuti auspicando che la sfida lanciata agli infermieri non abbia necessità di altre decine di anni per compiersi.
Andrea Tirotto
L'intervista al Presidente OPI Sassari Piero Bulla
L'intervista al Direttore Generale Aou Sassari Antonio D'Urso
Lintervista alla Presedente FNOPI Barbara Mangiacavalli