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Alghero paziente cade dalla barella e muore - indagati i vertici dell'azienda salute

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 20/05/2019 vai ai commenti

Sardegna

La signora Livesu, stimatissima sarta novantatreenne di Villanova Monteleone è purtroppo deceduta ed è questa la cosa più triste e grave che tocca raccontare di questa ennesima storia di mala sanità.

Una storia però diversa e che potrebbe rendere l'assurda morte della signora meno vana e forse utile a far comprendere ai vertici politici e delle aziende sanitarie che la scellerata gestione della sanità sarda ha delle conseguenze, sui cittadini, sui pazienti e finalmente anche su loro stessi.

Se da un lato siamo ancora tristi e amareggiati per l'incidente, dall'altro la scelta della magistratura di iscrivere i vertici dell'azienda sanitaria nel registro degli indagati apre uno scenario nuovo e clamoroso.

La storia

La signora Livesu era stata accettata dal pronto soccorso di Alghero che ne aveva disposto il ricovero in medicina dove è stata accolta in una barella in attesa che si liberasse un posto letto. Una caduta dalla stessa ha però determinato un peggioramento delle condizioni tale da provocare la morte come causa diretta tre giorni dopo, così come accertato dall'esame autoptico del 16 maggio scorso.

 

Fulvio MoiranoIl titolare dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Sassari dott. Paolo Piras ha quindi disposto l'iscrizione nel registro degli indagati per omicidio colposo del direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano, del direttore sanitario Francesco Enrichens, del direttore di presidio Antonio Cossu e del direttore di area Andrea Marras. Per la prima volta sono stati i vertici dell’Ats Sardegna, l’Azienda per la Tutela della Francesco EnrichensSalute, a essere chiamati in causa dalla magistratura per rispondere della morte di un paziente, ed è forse questo uno de pochi casi in tutta la penisola in cui non vengono imputati gli infermieri, i medici e gli operatori di supporto della struttura che aveva in carico la paziente.

E' un ribaltamento totale del solito scenario che sembra aprire la strada ad una teoria che vede il personale infermieristico e medico vittima di un Antonio Cossusistema che ha ridotto nel tempo posti letto e personale, senza contemporaneamente disporre i correttivi necessari affinché cittadini e pazienti trovino comunque risposte, senza dover per forza ricorrere al pronto soccorso e dunque alle strutture ospedaliere.

Ospedali talmente sovraccarichi di accessi, da costringere il personale a pericolosi parcheggi nei corridoi delle corsie di pazienti che non possono dunque sostare in sicurezza, tanto più quando adagiati su barelle a volte prive dei necessari ausili di protezione, come troppe volte denunciato da infermieri, coordinatori, medici, direttori e Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza.

Sicurezza nel lavoro che Andrea Marrasevidentemente non risparmia nemmeno gli infermieri responsabili dell'assistenza che conoscono bene il rischio delle cadute ma non trovano ancora il modo di opporsi al ricovero forzato dei pazienti oltre il numero consentito dalla dotazione del proprio reparto.

Gli infermieri sono costretti a garantire comunque l'assistenza a tutti in condizioni di sotto organico, senza il personale di supporto necessario e in assenza delle condizioni di sicurezza che l'azienda dovrebbe garantire a loro e ai pazienti come normativa sulla sicurezza dispone.

Ecco perché la mancata iscrizione tra gli indagati del personale di reparto deve essere accolta come un'importante novità. La colpa è di chi mette gli operatori a lavorare in condizione di pericolo per sé e per i pazienti, sembra di poter leggere.

Personalmente ritengo che il magistrato avrebbe potuto fare anche di più iscrivendo tra gli indagati i responsabili delle scelte politiche che hanno trasformato la sanità del nord ovest della Sardegna in un pericoloso e squallido campo di battaglia. Questa è l’evoluzione del paradigma che mi aspetto. Perché parliamoci chiaro, i vertici aziendali avranno anche delle responsabilità che la magistratura andrà eventualmente ad appurare ma è altrettanto vero che le regole e la scacchiera su cui si gioca con la pelle delle persone, sono state disposte da chi la Sardegna l'ha governata sino a qualche giorno fa.

 

 

Andrea Tirotto