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Bologna. Riorganizzazione delle attività di sala operatoria al S.Orsola. il NurSind: “Inaccettabile la modifica unilaterale dell'orario di lavoro”

Il NurSind dichiara lo stato di agitazione sindacale del personale del comparto, afferente alla sala operatoria (piastra b) del Policlinico S.Orsola Malpighi e chiede l’incontro di conciliazione e raffreddamento dinanzi al Prefetto, oltre a un intervento al consigliere regionale di parità per il rispetto della conciliazione dei tempi di lavoro e per la famiglia per gli infermieri.

"La riorganizzazione delle attività e la modifica dell’orario di lavoro del personale, con l’aggiunta di un orario lungo fino alle 18.30 e l’apertura al sabato, impatta in modo inaccettabile con i tempi di vita delle persone coinvolte (infermieri)".

È quanto afferma Antonella Rodigliano, segretario territoriale del NurSind di Bologna, dichiarando lo stato di agitazione sindacale del personale del comparto afferente alla sala operatoria piastra b dell’AOU Policlinico. Rodigliano chiede quindi un incontro di conciliazione e raffreddamento, oltre a segnalare e chiedere alla consigliera regionale di parità ed al Comitato Unico di Garanzia dell’azienda ospedaliera un intervento per ristabilire il rispetto della conciliazione degli impegni di lavoro e quelli familiari, venuti meno a seguito della nuova riorganizzazione e alla variazione degli orari per gli infermieri della sala operatoria.

La rappresentante sindacale ci tiene inoltre a precisare che: “la variazione è stata comunicata durante una riunione del reparto, in cui il coordinatore infermieristico ha dato notizia delle variazioni riguardanti l’orario di lavoro, senza alcun coinvolgimento dei lavoratori. Le informazioni riguardanti i nuovi orari sembrano frutto di decisioni unilaterali disposte in modalità impositiva dalla Direzione delle professioni sanitarie. La possibilità per il datore di lavoro di cambiare l’orario individuale dei dipendenti deve rispondere a dei criteri e non può essere esercitata arbitrariamente".

"Il nuovo orario di lavoro disposto – prosegue - prevede un orario lungo fino alle 18.30 e l’apertura al sabato. Tale riorganizzazione impatta in modo importante con i tempi di vita delle persone coinvolte. La questione è stata oggetto di informativa senza alcun confronto con il sindacato degli infermieri NurSind, nonostante formale richiesta e senza il consenso dei  dipendenti, ai quali d’imperio, come già affermato, è stata imposta una riorganizzazione oraria”.

Antonella Rodigliano non si mostra contraria alla trattativa, dichiarando che: “per poter trattare occorre essere in due, e l’altra parte sembra non voler un confronto, ma preferisce agire con metodi che ci portano indietro di decenni, togliendo di colpo le condizioni che fino ad oggi, seppure con sacrifici, permettevano una limitata conciliazione dei tempi di lavoro con quelli della famiglia, con quelli necessari ad accudire figli minorenni e famigliari che necessitano di attenzioni.  Precisiano infine che l’esigenza di abbattere i tempi di attesa per gli interventi chirurgici è un obiettivo giusto, ma non può essere addossato ai lavoratori in questo modo”.