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Continua la mobilitazione del personale all'ASST di Monza

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La Redazione
Pubblicato il: 16/09/2019 vai ai commenti

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Continua la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori dell'ASST Monza che coinvolge i presidi dell’ospedale San Gerardo, dell’ospedale di Desio, del Corberi di Limbiate e di tutti i servizi territoriali, gli sportelli e i consultori del Distretto di Monza.
Dopo la dichiarazione dello stato di agitazione proclamato a metà giugno per contestare la carenza di organici, dopo le assemblee del personale che hanno confermato la gravità della situazione, dopo le tante segnalazioni arrivate alla Direzione e alla RSU in merito alle difficoltà organizzative che mettono a rischio produzione e qualità dei servizi, dopo aver denunciato pubblicamente le condizioni di lavoro dei colleghi, nulla di nuovo è accaduto. Anzi, l’estate ha portato un peggioramento della situazione in molti reparti e servizi.
La RSU e le segreterie provinciali hanno atteso per un mese e mezzo notizie dalla Direzione. Attendevano un aggiornamento dei dati forniti ai primi di giugno, informazioni, un confronto per risolvere almeno le situazioni più gravi. Invece la Direzione ha proceduto con alcuni interventi organizzativi chiaramente orientati dalla mancanza di personale, mentre pubblicamente ha continuato a negare la stessa esistenza di un problema evidente a livello aziendale (anche grazie ad una sottostima delle dotazioni organiche fatta negli anni scorsi, in particolare a Monza) così come a livello regionale e nazionale.
Per questi motivi la RSU e le segreterie sindacali provinciali hanno deciso di indire una giornata di sciopero aziendale per il prossimo 4 ottobre con due presidi davanti alle sedi ospedaliere di Monza e Desio.
Lo sciopero è convocato per chiedere un piano di assunzioni per i prossimi tre anni, la stabilizzazione dei lavoratori con contatto a termine, l’avvio di un confronto su un progetto complessivo di gestione organizzativa del personale e l’utilizzo di metodologie per la definizione degli standard assistenziali che non siano il parametro ormai logoro dei tempi di assistenza.
In gioco ci sono la qualità dei servizi e delle condizioni di lavoro che rischiano di peggiorare sensibilmente la risposta ai bisogni di salute della cittadinanza.

 

Comunicato unitario di: NurSind,  CGIL, CISL, UIL, N.U., CUB, USB e RSU