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Storie di buona sanità. Quando l’abnegazione e la professionalità superano le difficoltà di una sanità in affanno

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 18/11/2019 vai ai commenti

Narrative Nursin(d)g

“Questa testimonianza pubblica è una delle tante che quotidianamente riceviamo privatamente per il lavoro che svolgiamo che, come dice Tracuzzi, è costituito da un’equipe e da un’organizzazione efficiente nonostante tutte le difficoltà legate alle carenze d’organico e di personale supporto. Abbiamo un Pilota di indiscusse capacità, ma a nulla varrebbero se i meccanici e i tecnici non avessero le stesse e l’abnegazione che ci porta questi risultati”

Salvatore vaccaro,ViceSegretario Nazionale NurSind 

 

Ci muoviamo svelti nelle corsie degli ospedali, tutti i giorni, a tutte le ore; ci trovi ovunque e ci siamo per qualsiasi cosa, sembriamo dotati di poteri “straordinari, come quello dell’ubiquità, riusciamo ad essere in più posti nello stesso momento; ma no! Non abbiamo nessun potere, se non quello di riuscire a volte bene altre meno a spingere le sorti di una sanità in sofferenza; siamo infermieri, medici, personale di supporto.

Per l’opinione pubblica, per la maggior parte dei media, siamo bersagli mobili, la causa di tutti i mali della sanità.

Dietro ogni caso di malasanità sbattuto in prima pagina c’è un medico o un infermiere da odiare, mai il sistema, mai chi con un piano ben preciso ha ridotto il numero del personale sanitario, mai chi ha aumentato i carichi di lavoro, aumentando il rischio certo dell’errore.

E’ facile parlare di malasanità, l’errore, la morte a causa di medici ed infermieri fa colpo, fa notizia, si insinua nella parte più recondita delle paura, crea insicurezza, incertezza.

Fa meno scalpore la buona sanità e per questo non se ne parla mai o, mi piace pensare che sono talmente tanti gli episodi di ordinaria buona sanità che ci vorrebbero centinaia di edizioni straordinarie per raccontarle tutte.

 

Così una ve la raccontiamo noi. La buona notizia arriva da Catania, dal dipartimento di cardiologia del Policlinico Gaspare Rodolico, diretto dal prof. Corrado Tamburino.

A scrivere sulle pagine di un quotidiano on line locale, Sudpress, è un giornalista, Fabio Tracuzzi.

Come solo sa fare chi scrive di mestiere, con dovizia di particolari, affida alla “penna” o alla tastiera il suo recente vissuto: il dolore al petto, la mia richiesta d’aiuto alla mia famiglia, l’ambulanza che arriva ma all’indirizzo sbagliato ma solo perché io do il numero civico sbagliato, mia figlia che si precipita dalle scale per richiamarne l’attenzione, arrivano, mi stendo sul letto di casa e sento le prime parole dopo una prima visita…

”Insufficienza cardiaca…al Policlinico…portiamolo a Policlinico”.

La corsa in ospedale, il viaggio non troppo “comodo” in ambulanza, la paura, l’incertezza e poi … “sala operatoria, intervento. E poi box 4 della terapia intensiva.

E da quel momento ogni giorno, ogni ora ogni istante che passa mi sento, ma è la stessa cosa per tutti i pazienti, curato, pieno di attenzioni.

In quel reparto tutto funziona alla perfezione sia in terapia intensiva, sia in semi intensiva sia al reparto.

Ogni giorno venivo spostato di settore. Piccoli segnali di un lento ma graduale miglioramento, ma ogni giorno venivo trattato con la stessa grande professionalità - continua- Si fa tanto parlare di episodi di malasanità e o di comportanti poco professionali di un medico o di un infermiere.

Si dà sempre risalto, e che risalto, a una notizia poco confortante e invece non si parla mai dell’eccellenza di un servizio solo perché l’eccellenza è normalità.

E io tutti questi angeli del reparto cardiologia del Policlinico di Catania non smetterò mai di ringraziarli.

Anche non se non dovessi più incontrarli”.

 

 da SudPress

ph credit: SudPress