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Condannato l'infermiere che si era rifiutato di sottoporsi a tampone

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 20/02/2021 vai ai commenti

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

Era stato proprio l’infermiere a citare in giudizio gli Ospedali Riuniti di Ancona, dopo essersi rifiutato di seguire l’ordine di servizio che predisponeva per lui ed i suoi colleghi, l’esecuzione di un tampone molecolare, come misura di prevenzione, in seguito ad un focolaio scoppiato a gennaio, nel reparto dove lavora, quello di Gastroenterologia a Torrette.

La sentenza

Il tribunale del lavoro di Ancona, ha rigettato il ricorso dell’infermiere, volto a farsi riconoscere il diritto di rifiutarsi di fare un test diagnostico, condannandolo a 4 mila euro di spese legali.

Una sentenza destinata a fare giurisprudenza, quella del Tribunale di Ancona che, sancisce la priorità su tutto della salute pubblica sul rifiuto a sottoporsi al tampone.

Per il giudice il tampone non è un trattamento sanitario e non viene quindi meno il diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione.

Si legge nella sentenza come il tampone sia un mero rilievo diagnostico, assimilabile tutt’al più ad una visita medica, e quindi privo di qualsiasi idoneità ad incidere sull’integrità fisica del lavoratore- un test spiega il giudice – che può e deve essere imposto dal datore di lavoro al dipendente, ancor di più in ambito sanitario e nell’attuale situazione di emergenza.

 

L’infermiere, rappresentante del sindacato Laisa, era conosciuto per le sue idee poco conformi al ruolo ricoperto. Pur dichiarando di non essere un no vax, più volte aveva esternato le sue idee su Facebook, sostenendo la non obbligatorietà a non sottoporsi al tampone ed al vaccino

 

Da il Corriere Adriatico