L’ utilizzo della Visual Infusion Phlebitis Score per la prevenzione della flebite
La flebite è un processo infiammatorio che si sviluppa rapidamente grazie a fattori diversi:
- sensibilizzazione dell’endotelio vascolare a causa dell’attrito provocato dall’accesso vascolare contro l’endotelio (flebite meccanica)
- iperosmolarità della soluzione somministrata (flebite chimica)
- tossine batteriche (flebite infettiva).
La flebite chimica, una complicanza comune nei pazienti, consiste nell’infiammazione di una vena e in particolare dello strato più interno, la tonaca intima, a causa di farmaci o soluzioni con effetto irritante, ad esempio il ferro, il cloruro di potassio e i citostatici che danneggiano il rivestimento della vena con possibile infiltrazione, danno ai tessuti e sclerosi. Spesso la flebite si accompagna anche a un processo trombotico (tromboflebite e flebotrombosi).
L’incidenza oscilla tra il 20% e l’80% nei pazienti che ricevono una terapia endovenosa periferica, e se la flebite non viene trattata precocemente può prolungare l’ospedalizzazione; può svilupparsi anche dopo 2 o tre giorni dalla sospensione delle infusioni continue e dalla rimozione del catetere (flebite post infusione). La probabilità di svilupparla aumenta se viene inserito un nuovo dispositivo venoso in prossimità di uno da poco rimosso.
Uno studio, pubblicato sulla rivista L’infermiere, ha valutato l’efficacia dell’uso della scala VIP, Visual Infusion Phlebites Scale, per prevenire la flebite.
Uno strumento validato anche nella sua traduzione in lingua italiana: si tratta di uno strumento affidabile per determinare adeguatamente il rischio e l’eventuale presenza di flogosi associata alla presenza di un CVP, suggerendo la rimozione e/o la sostituzione dello stesso. Si avvale di un punteggio che può variare da 0 punti (assenza di segni e sintomi di flebite) fino ad un massimo di 5 punti (arrossamento, cordone palpabile con una lunghezza superiore a 7,5 centimetri fino alla comparsa di materiale purulento) (Jackson, 1998). Ad ogni punteggio corrisponde un trattamento o un’azione da intraprendere con raccomandazione di annotare tali informazioni in cartella infermieristica, riportando anche la tipologia di farmaci infusi.
Visual Infusion Phlebites Scale
0 |
Il sito di inserzione è integro |
Nessun segno di flebite |
1 |
Leggero dolore |
Possibile primo segno di flebite |
2 |
Ci sono due di questi segni: |
Primo stadio di flebite |
3 |
Presenza di questi segni: |
Flebite in stato medio |
4 |
Presenza di questi segni: |
Flebite in stato avanzato o inizio di tromboflebite |
5 |
Presenza di questi segni: |
Tromboflebite in stato avanzato |
Sono stati reclutati 390 soggetti, che hanno usufruito di device costituiti dallo stesso materiale biocompatibile, ovvero il teflon, e con diverse misure di diametro interno da 14 a 22 gauge. Ogni CVP è stato ancorato alla cute mediante medicazione adesiva trasparente sterile, su cui è stata annotata la data di applicazione. E’ stata eseguita quotidianamente un’ispezione del sito per 4 giorni consecutivi. Il monitoraggio è stato eseguito attraverso l’utilizzo della VIP Score.
Ogni catetere con un punteggio ≥ 2 è stato subito rimosso e, se necessario, riposizionato in altra sede; nei soggetti senza segni o sintomi di flogosi, invece, il dispositivo è stato mantenuto in sede per 96 ore prima di essere rimosso e riposizionato in altra sede anatomica, come suggerito da Dellinger (2011) e Gorski (2016).
Attraverso tale monitoraggio è stato possibile effettuare una misurazione della frequenza di flebiti a 24, 48, 72 e 96 ore, permettendo la determinazione del momento più adatto per la rimozione o sostituzione del CVP.
In questo studio la maggior parte dei dispositivi vascolari sono stati inseriti a livello della fossa antecubitale mediana (28,7%) ed in corrispondenza della vena cefalica sul polso (27,6%). E’ stata rilevata una minor percentuale di CVP situati a livello del plesso venoso dorsale della mano, che peraltro sembrerebbe essere una regione anatomica associata ad un maggior tasso di flebiti, mentre la vena cefalica accessoria appare in modo significativo l’area meno coinvolta da processi flogistici venosi. Una recente revisione sistematica della letteratura evidenzia come l’inserimento di device a livello della fossa antecubitale sia correlato ad una minor frequenza di flebiti, mentre le vene localizzate sul dorso della mano rappresentano il sito maggiormente esposto a rischio
E’ stato esaminato anche il trend di comparsa di flebite rispetto al tempo di permanenza del CVP con una frequenza del 3,2% dopo 24 ore, fino ad un tasso del 46,5% a 96 ore dall’inserimento.
I risultati presentati suggeriscono l’importanza di adottare uno strumento validato che permetta di identificare la presenza e la graduazione di un processo flogistico dei vasi venosi CVP correlato, arrivando a raccomandare la rimozione e/o la sostituzione degli stessi o il ricorso ad altri dispositivi.
LE FLEBITI CORRELATE AI CVP: UTILIZZO DELLA VISUAL INFUSION PHLEBITIS SCORE PER UN’EFFICACE PREVENZIONE
Rivista L'Infermiere N° 4 - 2018
Fabio Mozzarelli (1), Valentina Ferrari (2)