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Sicilia: 3mila pazienti dializzati a rischio a causa della siccità.

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 19/06/2024

Cronache sanitarieSicilia

Sono circa 3000 i pazienti dializzati a rischio a causa della siccità che sta colpendo la Sicilia già dall'inizio di giugno. Già in aprile, alcuni tra i più importanti corsi d’acqua e bacini idrici tra Agrigento, Palermo e Caltanissetta, come il bacino artificiale di Fanaco e il fiume Platani, avevano ridotto sensibilmente la loro portata e molti avevano già iniziato a razionare l’acqua. Nonostante non si sia ancora nel pieno dell’estate, l’allerta è alta nei centri dialisi privati, in particolare negli 81 centri che coprono circa il 75 per cento dei pazienti della Regione Sicilia.

L’Associazione Dialisi Sicilia rende noto che molti centri dialisi sono stati costretti a comprare l’acqua a proprie spese con costi esorbitanti. Anche il dottor Giuseppe Verde, nefrologo a Trapani e presidente di ADS, denuncia la situazione drammatica, che peggiora con l’avanzare dell’estate. I trattamenti dialitici, infatti, necessitano di ingenti quantità di acqua. Ogni seduta di dialisi richiede in media 1.500 litri d’acqua per paziente, quantità che può variare a seconda della dispersione, ma che è indipendente dalle dimensioni della struttura.

Il presidente Renato Schifani ha ribadito che la Sicilia sta affrontando “la più grave siccità degli ultimi 50 anni” e ha elencato tutte le iniziative già introdotte: dalla richiesta dello stato di emergenza nazionale, accolta dal Consiglio dei ministri, all’assegnazione di 20 milioni di euro per i primi e più urgenti interventi.

Nell’attesa di interventi, ad Alcamo hanno già iniziato ad acquistare l’acqua: 4 autobotti al costo di 110 euro ciascuna, contenenti 10.000 litri di acqua, ogni settimana. Se la metà dei centri privati fosse costretta ad acquistare acqua per garantire le cure ai pazienti in dialisi, ci si troverebbe di fronte a uno smercio privato di circa 3,2 milioni di litri d’acqua a settimana, al costo di circa 70 mila euro.

I sanitari siciliani sollecitano la Regione Sicilia: “Bisogna agire in fretta, la vita dei pazienti è in pericolo”.