Milleproroghe: scudo penale, part-time pre-pensionamento, stabilizzazioni e libera professione
Il Consiglio dei Ministri tornerà a riunirsi questo pomeriggio con un punto centrale all’ordine del giorno: l’approvazione del nuovo Decreto Milleproroghe. Una prima bozza circolata informalmente mostra un pacchetto di proroghe che riguardano in modo particolare il Ministero della Salute, raccolte nell’articolo 4 del provvedimento. L’obiettivo è affrontare, almeno temporaneamente, il nodo ormai strutturale della carenza di personale nel Servizio sanitario nazionale.
Di seguito, i punti principali.
Limiti alla punibilità nei casi di colpa grave (Comma 3)
La bozza sposta dal 31 dicembre 2025 al 31 dicembre 2026 il termine oltre il quale non si applica la limitazione della punibilità per i casi di colpa grave previsti dagli articoli 589 e 590 del Codice penale. La norma vale per fatti commessi nell’esercizio di una professione sanitaria in condizioni di grave carenza di personale. La proroga punta a mantenere una tutela aggiuntiva per gli operatori che lavorano in contesti di particolare pressione.
Emergenza-urgenza, più tempo per chiedere il part-time pre-pensionamento (Comma 7)
Il Governo intende estendere fino al 31 dicembre 2026 la finestra temporale entro la quale il personale dei servizi di emergenza-urgenza, dipendente o convenzionato, già in possesso dei requisiti per il pensionamento anticipato, può chiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a orario ridotto. Lo strumento, introdotto negli anni scorsi, punta a trattenere in servizio figure esperte senza costringerle a un impegno pieno.
Attività aggiuntive e libero professione senza incompatibilità (Comma 8)
Anche per le professioni sanitarie viene esteso al 31 dicembre 2026 il periodo in cui è possibile svolgere attività aggiuntive o libero-professionali fuori dall’orario di servizio, senza incorrere nei vincoli ordinari di incompatibilità. L’intenzione è aumentare l’offerta assistenziale e coprire i vuoti negli organici.
Incarichi flessibili e proroghe per il personale (Comma 9)
La bozza conferma anche per il 2026 la possibilità per le aziende del SSN di ricorrere a incarichi di lavoro autonomo, collaborazioni coordinate e continuative o contratti a tempo determinato per personale sanitario e sociosanitario. Il ricorso a queste forme è subordinato alla verifica della non disponibilità di personale interno o di idonei nelle graduatorie vigenti. È prevista inoltre la proroga, fino a fine 2026, degli incarichi già in essere, così da garantire continuità ai professionisti oggi impiegati con forme contrattuali temporanee.
Stabilizzazione del personale reclutato durante la pandemia (Comma 10)
La bozza proroga fino al 31 dicembre 2026 anche la possibilità di trasformare in assunzioni a tempo indeterminato una quota del personale sanitario e sociosanitario entrato nel SSN durante l’emergenza Covid. Per accedere alla stabilizzazione servono almeno diciotto mesi di servizio maturati entro quella data, anche non continuativi, di cui almeno sei svolti tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2026. Le assunzioni dovranno comunque rispettare i piani triennali del fabbisogno di personale delle Regioni.
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