L'Angelo...Il sogno di un infermiere
Narrative Nursin(d)g
di Umberto Esposito
Premessa di Elsa Frogioni
C'è un Angelo in corsia, Umberto Esposito lo scorge. E' il sogno di ogni uomo e anche di ogni infermiere. Probabilmente alcuni di noi lo hanno già incontrato. Umberto ci racconta la sua storia e di questo strano e straordinario incontro.
L'Angelo...il sogno di un infermiere
di Umberto Esposito
Solo un brutto sogno? Quella sera il lungo corridoio dove presto servizio era avvolto da una sottile “foschia” bianca, ci dissero il giorno dopo, che era dovuto alle esalazioni della solfatara di Pozzuoli, fenomeno usuale nella zona flegrea… a Napoli. Immaginate per un attimo quello strato uniforme a pochi centimetri dal pavimento in una corsia d’ospedale… spettrale.
Erano le due e mezza di notte quando vidi o mi sembrò di vedere da lontano una figura femminile. Vestita elegante uno spacco che le si apriva sulla coscia destra e un paio di scarpe con tacco dodici. Strofinai gli occhi pensando a un’allucinazione, ma la figura non scomparve.
Impaurito, restai immobile, mentre lei quasi a levitare si avvicinò a me. Aveva un visino carino due occhi che emanavano luce e un sorriso angelico; anche se con dentini a coniglietto, era da favola… mo’ questa mi azzanna ! Fu la prima cosa che pensai.
Lei invece mi si avvicinò è mi diede un bacio sulla fronte… un bacio quasi materno come a dire: Non aver paura, mai avere paura. Io non ebbi paura anzi, senza conoscerla l’abbracciai quasi a cercare conforto. “Ti vuoi sedere gli chiesi? Un Angelo non si siede mai se no perde tutta la sua bellezza e la sua eleganza!...che narcisismo pensai.
Allora sei un Angelo?...si lo sono e sono venuto per aiutarti nel tuo lavoro perché spesso parliamo di voi lassù…
veramente?... e che dicono di noi?
Che siete anche voi Angeli…non belli come noi ovviamente, vi definiscono angeli delle corsie…
..oh grazie!...Senti Angelo, visto che sei venuto per aiutarmi, mi faresti un favore, ho un dolore al polpaccio da diversi giorni, puoi fare qualcosa? Sai com’è siamo pochi in reparto e come ben sapete anche lassù, i carichi di lavoro sono pesanti e non stiamo mai fermi…
..Certo nessun problema! Poggiò quelle piccole mani sul mio polpaccio è dopo un breve massaggio, passò tutto.
..Senti Angelo, approfitto, potresti anche fare in modo che questi poveretti dopo un post operatorio, possano riposare tranquilli senza dolore?.
..Sono contento che l’hai chiesto come tutti gli Angeli delle corsie vi preoccupate soprattutto degli ammalati. All’improvviso i campanelli smisero di suonare.
… Io posso tutto, mi riesce facile farlo perché voi, Angeli in terra, rendete il lavoro più facile con i vostri sacrifici.
Aspetta gli dissi …ma tu puoi prendere il caffè?
...perchè no,grazie! Mi allontanai un attimo per andare a prendere una tazza di caffè appena fatto. Strano adesso era girata di spalle …tieni Angelo bevi il caffè, dopo se vuoi,vorrei parlarti dei nostri problemi e nei limiti del possibile cercare di risolverli…anche per aiutare questi poveretti costretti loro malgrado a chiedere aiuto a noi.
Se tu mi seguirai, io posso esaudire tutto quello che chiedi!
Seguirai? Perché avrei dovuto seguirla e dove? Per un attimo ebbi un sussulto e mi ritrassi. Lei al quel mio gesto si girò lentamente verso di me…bellissima, poi tutto a un tratto, s’infuriò mi afferrò per il braccio trascinandomi via dal reparto...”Portami nelle stanze!" Gridava…
.Angelo mi fai male….mi fai male! Volevo gridare ma non riuscivo ad emettere alcun suono a quel punto di nuovo si voltò verso di me…mio Dio esclamai…non era il mio Angelo…era la morte…lei come la plastilina che usano i bambini, si era trasformata per raggiungere il suo scopo in quel reparto.
Da lontano il mio Angelo piangeva dicendomi di non preoccuparmi perché anche chi in quel momento mi trascinava via, era anche’esso un Angelo, con un compito diverso dal suo… cercare di svuotare il reparto quanto più possibile…lei non poteva intervenire.
Prima di andare via il mio Angelo mi disse: “Combattila, sempre, cerca come fate tutti i giorni di sconfiggerla, spesso vince lei, ma tante volte col vostro coraggio e la passione che mettete in questo lavoro di uomini e donne di bianco vestiti… riuscite a sconfiggerla!”
…Umbè alzati fai riposare un po’ pure me! Cazzo che brutto sogno…si Gennà…oh gli ammalati come stanno?...si lamentano un po’ ma stanno bene! Dio ti ringrazio!...ma che c’è perché sei agitato? Niente riposati vado in reparto!...non c’è nebbia in corridoio ma ho paura… paura che possa ritornare…
Rivoglio il mio Angelo!
Ricordiamo che in questo spazio, aperto a tutti, infermieri, pazienti, familiari e qualsiasi sanitario che lo desideri, si potrà condividere la propria storia.
Ogni esperienza condivisa, bella, brutta, che sia, creerà nuovi germogli, energie e consapevolezza, che il risultato sarà sempre maggiore alla somma delle storie.
Potete inviare i vostri racconti a:
Andrea Lucchi: supericia@live.it
Chiara D'Angelo: chiaradangelo1972@gmail.com
Elsa Frogioni: elsafrogioni@gmail.com
Maria Luisa Asta: astlui@msn.com