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Assunzioni nella PA: Consiglio di Stato dice no allo scorrimento delle graduatorie sì alla mobilità

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 30/04/2025

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

Con la sentenza n. 3140/2025, il Consiglio di Stato chiarisce che le amministrazioni pubbliche non sono obbligate a scorrere le graduatorie esistenti se il posto da coprire è stato istituito o trasformato dopo il concorso.

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 3140 dell’11 aprile 2025, ha stabilito un principio importante per le assunzioni nella pubblica amministrazione: le amministrazioni non sono tenute a scorrere graduatorie già esistenti per coprire posti creati o modificati dopo la conclusione del concorso. Questo vale anche se la graduatoria è ancora valida.

Il caso è nato in Sardegna, dove una candidata idonea, seconda classificata in un concorso, ha fatto ricorso quando l’amministrazione ha deciso di coprire un posto vacante non con lo scorrimento della graduatoria, ma con una procedura di mobilità volontaria, aperta quindi a dipendenti già in servizio in altre amministrazioni.

La vicenda

Nel 2022, un dipendente in categoria B3, aveva vinto un concorso per passare in categoria C1. Il suo vecchio posto si era così liberato. Ma invece di rimpiazzarlo con un nuovo B3, il Comune ha deciso di trasformare il posto vacante in un altro C1.

Nel Piano triennale del personale 2022/2024, l'amministrazione aveva previsto che quel nuovo posto sarebbe stato coperto attingendo alle graduatorie esistenti, come quella in cui figurava Marzia C. Al contrario, con il nuovo Piano 2023/2025, l’ente ha scelto prima la mobilità volontaria, e solo in un secondo momento lo scorrimento della graduatoria.

La candidata ha quindi fatto ricorso, sostenendo che la scelta fosse illegittima e motivata in modo insufficiente. Il TAR Sardegna le aveva dato ragione. Ma il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione.

Cosa ha detto il Consiglio di Stato

I giudici di Palazzo Spada hanno chiarito che l’amministrazione ha ampio margine di scelta sul "se" e sul "come" coprire un posto vacante, purché motivi adeguatamente. E soprattutto, hanno ribadito che non è possibile scorrere una graduatoria per coprire un posto “nuovo”, creato o trasformato dopo il concorso, a meno che non ci siano motivi eccezionali e chiaramente spiegati.

Il Consiglio ha anche sottolineato che la norma del “milleproroghe” (art. 17, comma 1-bis, del d.l. 162/2019), che consente in alcuni casi di derogare a questo divieto, non obbliga comunque lo scorrimento: dà una facoltà, non un dovere.

Una scelta legittima

Nel caso concreto, il Comune  ha motivato chiaramente la propria decisione: preferire la mobilità garantisce trasparenza e impedisce che l’amministrazione modifichi la pianta organica per assumere candidati già conosciuti.

Insomma, secondo il Consiglio di Stato, l’ente ha agito nel rispetto delle regole e con motivazioni solide. La decisione di non scorrere la graduatoria è dunque legittima.

Perché è importante

Questa sentenza interessa tutti gli enti pubblici italiani e chi aspira a entrare nella pubblica amministrazione. Ribadisce un principio chiave: il rispetto della trasparenza e dell’imparzialità prevale sul diritto degli idonei a essere chiamati.

Chi partecipa a un concorso pubblico deve sapere che essere idonei non garantisce l’assunzione, soprattutto se il posto da coprire cambia forma o viene creato ex novo dopo la chiusura della selezione.