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Bologna: sospesi i medici dei protocolli 118

L’Ordine dei Medici di Bologna ha disposto la sospensione di  quattro, per ora, dei medici coinvolti nella stesura dei protocolli operativi che consentono agli infermieri del 118 di svolgere compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di terapie soggette a controllo del medico.

 

Per i quattro medici sono stati disposti dai quattro ai sei mesi di sospensione dall’esercizio della professione, per ora solo sulla carta in quanto adesso, come da norma, gli interessati potranno produrre entro 30 giorni ricorso alla CCEPS  e, qualora le sanzioni fossero confermate, alla Corte di Cassazione.

Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Bologna, Giancarlo Pizza, a seguito dell’esposto presentato dal sindacato SNAMI all’Ordine stesso e alla Procura della repubblica, ha ritenuto di comminare la sanzione ai quattro iscritti poiché, spiega, gli atti previsti dai protocolli incriminati sono di esclusiva e non demandabile competenza medica.

In virtù di questo, al fine di garantire la sicurezza dei pazienti, Pizza ha ritenuto di dover agire disciplinarmente contro i medici che hanno sottoscritto quelle procedure, a suo parere palesemente contrarie alla norma e al codice deontologico.

Nei confronti degli altri cinque medici coinvolti (in tutto erano nove) l’Ordine non ha ancora disposto sanzioni.

L’IPASVI (nazionale, regionale e provinciale), dal canto suo e in rappresentanza professionale degli infermieri, condanna la decisione dell’Ordine dei Medici, dando riscontro di come analoghi protocolli siano operativi e riconosciuti da linee guida condivise in tutto il mondo, oltre che supportati da specifici percorsi formativi per il personale interessato.

Nel commentare la reazione dell’IPASVI lo stesso Pizza si dice favorevole all’ampliamento delle competenze infermieristiche ma, sottolinea, allo stato dell’arte la norma italiana non consente di agire diversamente ed auspica che questo episodio sia di stimolo alla politica per lavorare sulla delicata questione, oltre che rinforzare la propria convinzione riferendo di molti infermieri che lo hanno ringraziato per la decisione, che li solleva da responsabilità che non si sentono di assumere.

Oltre all’asprezza della controversia rimane comunque tutt’ora aperta la questione degli effetti di quei protocolli, ad oggi operativi. A tale proposito l’Ordine dei Medici si smarca, dichiarando che l’applicazione di quei protocolli è responsabilità delle Aziende sanitarie, che ora dovranno valutare il da farsi.

 

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