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Cascioli Pier Luigi, infermiere, risponde alle cinque domande per svelare gli enigmi della bozza del nuovo Codice Deontologico

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 16/07/2017 vai ai commenti

Cinque Domande

Concluse le consultazioni sulla bozza del nuovo Codice Deontologico iniziate il 6 febbraio di quest’anno e terminate le modalità di modifica, la bozza che tutti conosciamo potrebbe essere il Nuovo Codice Deontologico della  professione infermieristica, il cui termine “Codice” sembra  portare in sé quelli che sono veri e propri  enigmi da risolvere.   

bozza codice deontologico.pdf

Mi presento: sono Cascioli Pier Luigi, infermiere dal 1994.
Nel 1994 di fare questa professione non ne avevo proprio voglia, anzi tutto avrei fatto tranne che l'infermiere, considerato che in casa già ve ne erano troppi, ed io ero stato appena congedato dopo tre anni di Marina Militare, ma allora non trovare un lavoro (anche perchè con diploma in Impianti nucleari in Italia era pressochè carta straccia) ed avere tutta la famiglia che ti spinge a fare l'infermiere, non ho avuto altra scelta. In quei tre anni di corso però la mia attenzione era sempre rivolta verso il mare. Per cui, con travagliate vicende personali e familiari,  ho preso questo diploma, e con il massimo dei voti.
Per farla breve, appena diplomato, il primo incarico è in una casa di cura per 6 mesi (1994): no questo modo di fare infermiere "non fà per me", decido quindi mai in una medicina, in una rsa o comunque in queste tipologie di assistenza.
Nel 1995 evengo assunto in una clinica privata a Roma, convenzionata con  un centro di cardiochirurgia universitario: terapia intensiva cardiochirurgica. Cinque anni di sacrifici, doppi turni, chiamate improvvise, con la siringa sempre tra i denti, ma anche cinque anni di crescita professionale in tutti i sensi.
Nel 1999 vinco un concorso pubblico, ma devo cambiare città ( Firenze), ok si va all'avventura!!! Riesco ad entrare ed anche in rianimazione, ma piuttosto che progredire ho come la senzazione di regredire - vuoi i problemi familiari - vuoi una dirigenza che proprio non comprendo - vuoi colleghi che ti trattano come un "pivellino" in quanto ultimo arrivato. Sono tenace e vado avanti fino al 2004 quando decido di uscire dalla rianimazione per andare in dialisi, dove opero tutt'ora. 
In questo frangente mettiamoci anche due missioni con il Corpo Militare della Croce Rossa in Iraq, l'esperienza con il 118 presso i cantieri dell'Alta Velocità, i vari corsi d'aggiornamento, gli ecm - devo anche dire che facevo molto più corsi quando non vi erano gli ecm.
Purtroppo niente master, forse anche perchè non ci credo molto in questo modus operandi della moderna sanità pubblica, o forse perchè non ho ancora "testa" per tornare a scuola.
 
Torniamo a noi, a questo "codice deontologico",per dovere di cronaca voglio anche dire che mi sono andato a leggere i codici deontologici di altre professioni quali medici, fisioterapisti, tecnici radiologi, igenisti, assistenti sanitaria, ecc. ecc. e non ho trovato NULLA di quello che ci vogliono rifilare a noi infermieri, anzi tutti quelli che ho letto, all'art. 1 dicono più o meno le stesse cose: il XXXXXXXX è un professionista abilitato, che segue , osserva e si attiene alle regole del proprio Codice, tutela della salute individuale e collettiva, vigila sulla propria dignità, sul decoro della professione ecc. ecc. ecc. ecc..
 
  1. La sublimazione della professione sembra concretizzarsi nell’articolo 1 della bozza del Codice deontologico: l’infermiere persegue l’ideale di servizio. Cosa si intende, secondo te, per "ideale di servizio"?
Secondo me 1. sono INFERMIERE  e faccio SOLO E SOLTANTO l'infermiere. Quindi scordatevi di vedermi fare il "tuttologo" alias segretario, amministrativo, elettricista, idraulico, cameriere, facchino, magazziniere ecc. ecc. e specialmente l'oss.
L'ideale di servizio deve fare il pari con l'ideale di stipendio - che non è quello attuale. 3. competenze avanzate e responsabilità? Risolviamo prima i punti 1 e 2, poi se ne riparla.
 
  1. E se ti dicono che nell’ambito del “fine vita” il tuo "gesto assistenziale" è di fondamentale importanza, vuol dire che sei tenuto a...?
Fare una preghiera? Non ci aiutava il codice prima ne ci aiuta ora. Il fine vita - vedi caso dj Fabo - è una materia troppo complessa per lasciarla alle interpretazioni IPASVIANE, che de fatto non tutelano  l'infermiere sulle  scelte (mediche) di accanimento terapeutico e sulle scelte di eutanasia e autodeterminazione di un paziente. Allo stato attuale chi può emigra in Svizzera da vivo, per tornare da morto in ItaGlia (la g non è un errore).
 
  1. Ritieni che la bozza del Codice Deontologico sia “integrata nel suo tempo”? Al passo con una professione infermieristica che chiede a gran voce il suo reale (quindi oltre la carta) riconoscimento..
Una volta un vecchio maresciallo mi disse "Ognuno è figlio del suo tempo". Cosa vuol dire? Che ciò che oggi è all'avanguardia, domani è già antiquato. Qualche anno anno fa ci voleva più di un lustro per aggiornarsi con le nuove tecnologie, nuove funzioni, ecc.ecc.. Ma ora in un mondo che corre veloce ed avere un C.D. all'avanguardia..oggi, domani è già vecchio!!! Quindi è necessario adeguarlo. E' necessario adeguarlo ha quelle che sono le nuove competenze e le nuove funzioni della professione. Sempre che tutto ciò vadi di pari passo con la normativa vigente. Tanto per fare un esempio, giusto per non avere un codice che dice puoi prescrivere un farmaco ed avere una legge che dice che in tal caso fai "esercizio abusivo della professione medica".
 
  1. Ritieni che la bozza di Codice deontologico sarebbe facilmente comprensibile ai cittadini e in grado di fornire agli assistiti una rappresentazione chiara dell’identità professionale dell’infermiere?
NO!!!!
Ho sempre odiato il politichese ed il burocratese. Ma codesti signori pensano che scrivendo in tal modo ci sia dia un tono professionale più alto? Ma fatemi il favore. Le persone normali, anche se hanno una discreta scolarità, non vogliono discorsini e discorsetti, le cose devono essere chiare: o è bianco o è nero. Il grigio non ci aiuta. Purtroppo la gente ci scambia per dei "tuttologi sanitari", alzano alla voce con NOI...per tornare agnellini davanti  al medico, che magari li tratta da pezze da piedi, però son contenti così.
Scrivere qual'è il nostro ruolo e la nostra funzione in modo chiaro e che lo capiscano anche gli ostrogoti (popolazione molto nota per il loro linguaggio non proprio perfetto). In questo ammiro molto la lingua inglese: semplice e chiara. Ecco forse se lo riscriviamo in lingua inglese ci riesce di farlo capire a tutti.-
 
5. Esprimi un parere complessivo sulla bozza del Codice deontologico.
COMPLETAMENTE IN DISACCORDO.
 
Facoltativa. Suggerisci una modifica al Codice deontologico che, a tuo avviso, lo renderebbe concretamente più aderente ai contesti professionali e lavorativo
 Siamo stati per troppo tempo relegati alla funzione "ausigliaria", poi "collaboratore" ora solo professionale, ma in tutto ciò l'attuale C.D:. non ci è mai stato d'aiuto...a partire dal fatidico art. 49. 
Il nuovo dovrebbe esordire con le seguenti parole : "l'infermiere è un professionista sanitario ed esercita solo e soltanto  la sua professione regolata dalla normativa vigente in materia".
Tutto il resto sono - come diceva Totò - "quinquisquiglie".-

 

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Invia il tuo contributo a [email protected] con una tua breve presentazione ed una foto o immagine generica correlata (facoltativa). Si accettano anche contributi in anonimato. In ogni caso vanno specificati: professione (es. studente, infermiere, coordinatore, ecc.), ambito di attività (es. Ambulatorio, SO, chirurgia, ecc.), Regione, anni di servizio.

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