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Expo 2018. Dal robot che urla di dolore al satellitare in sala operatoria. Ecco tutte le novità. Infermieri protagonisti

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 19/04/2018 vai ai commenti

Attualità

Le cure del futuro, capaci di rivoluzionare il mondo sanitario, sono state presentate ad Expo 2018, la fiera della sanità che si tiene a Bologna, quest’anno dal 18 al 21 Aprile.

Vediamo alcune innovazioni:

  • si chiama SimMan 3G ed è un simulatore di paziente, con le caratteristiche più vicine ad un essere umano: sanguina, suda, respira, può avere convulsioni o spasmi, urla da dolore.

    Il robot che è sia in versione maschile che femminile, donna incinta, neonato e prematuro, può essere programmato per ricreare qualsiasi condizione critica.

    L’Ospedale Maggiore di Bologna ne è già dotato ed è utile per addestrare lo staff medico-infermieristico, al fine di ridurre al minimo gli errori di manovra sui pazienti.

 

  • Sviluppati dalla Organ assist, sono stati creati due tipi di box che servono ad allungare la vita di un organo che deve essere trapiantato.

    Il primo dei box presentati ha uno speciale astuccio in polistirolo rinforzato,

    all’ interno del quale vi è una flacone con del liquido ed una piccola bombola di ossigeno. Attraverso un’arteria artificiale il liquido ossigenato arriva all’interno dell’organo (il rene) chiuso e sigillato nel contenitore sterile e coperto di ghiaccio.

    Così facendo il rene può essere conservato fino a 33 ore contro le 24 di norma.

    A presentarlo Federico Menas, strumentista e infermiere di sala operatoria dell’ospedale Brotzu di Cagliari, dove il box è in uso come alle Molinette di Torino.

     

  • Il secondo box in polistirolo compresso (ha superato anche un crash test, con caduta dall’altezza di 10 piani) ed è formato da due camere: una calda, per conservare i documenti legati al trapianto e alcuni elementi utili a tipizzare il rene (sangue, milza). La camera fredda porta invece l’organo vero e proprio da trapiantare: viene avvolto in tre buste, poi chiuso in un contenitore con etichetta anti-effrazione e ricoperto di ghiaccio. Tutto viene poi letto con un trasponder, in modo da creare un protocollo digitale con tutte le informazioni sull’organo e il trapianto. Sempre attraverso questo strumento, viene attivato un controllo gps sul contenitore, per monitorare il viaggio (visibile anche dall’ospedale destinatario), e vengono messi in comunicazione sia il centro nazionale e regionale trapianti sia la Polizia aeroportuale, per snellire i controlli. Sempre sotto controllo anche la temperatura interna del contenitore.

     

 

  • Il satellitare arriva in sala operatoria. A guidare la mano del chirurgo e per avere una migliore visione del campo del paziente sul quale operare, arriva la neuronavigazione che permette di ricostruire in 3d sullo schermo l’area da operare.

    Utile negli “approcci mini-invasivi” di chirurgia sulla spina dorsale, per applicare impianti o protesi e per gli interventi chirurgici sul cranio, inoltre la tecnologia satellitare può aiutare a fare biopsie mirate, evitando il più possibile danni collaterali.

    Riduce al minimo gli errori e riduce al massimo la radiazioni ionizzanti a tutela del paziente e del personale sanitario.

 

 

Da Dire.it

ph credit da Dire.it