In turno da solo con 70 pazienti. Infermieri sfruttati a danno dei pazienti. Interviene il NurSind
Che in Italia fossimo ben lontani dalla media OCSE per il rapporto infermiere/paziente, ovvero da quell’ideale 1 a 6, lo sapevamo.
Lo studio RN4cast, finanziato da NurSind, ha dimostrato come l’Italia sia fanalino di coda dei Paesi Europei, con un rapporto di 1 a 11.
Quanto venuto alla luce grazie a NurSind, in una casa di cura privata di Asti, supera ogni più grigia previsione:
è prassi consolidata che nel turno notturno un solo infermiere assista una media di 60/70 pazienti per 80 posti letto,distribuiti in due piani.
La casa di Cura Sant’Anna, struttura accreditata per la Rieducazione e Riabilitazione Funzionale (RFF) di 1° e 2° livello, è stata messa a conoscenza della grave irregolarità.
Con nota dell’ undici giugno 2018 il NurSind ha provveduto ad inviare una comunicazione alla Casa di Cura, facendo presente che un solo infermiere è insufficiente a garantire una adeguata assistenza e pregiudichi seriamente la sicurezza delle cure, aumentando, inoltre, il rischio clinico e la probabilità di eventi avversi.
Alla nota ha fatto seguito un incontro che però non ha portato a nessuna utile soluzione.
Da qui la decisione di appellarsi all’ Opi di Asti ed alll'ASL che a tutti gli effetti è il datore di lavoro della Casa di Cura ed è tenuto a vigilare affinché vengono rispettati i requisiti strutturali ed organizzativi previsti l’accreditamento.
“Seguiremo con la massima attenzione la vicenda della casa di cura S. Anna, il nostro impegno sarà rivolto in particolare a questo settore della sanità privata, affinché venga restituita una dignità lavorativa agli infermieri che prestano la loro opera presso tali strutture , troppo spesso dimenticati, le cui condizioni lavorative già al limite della legalità sono spesso peggiorate dai CCNL a loro applicati”, dichiara Romina Iannuzzi, Responsabile Nazionale NurSind per la Sanità privata.