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Stato di agitazione sindacale di CGIL-CISL e UIL all'Azienda ULS di Modena. NurSind: "solo fumo negli occhi"

Premettiamo e chiariamo che, il NurSind non è un sindacato incline a facili compromessi, ma è nostro stile dire la verità in qualunque situazione, anche le più complesse come quella che i lavoratori dell’Azienda USL di Modena stanno attraversando.

Lo stato di agitazione di un sindacato è l’estrema ratio di un percorso di trattativa finalizzato sempre alla sottoscrizione di un accordo tra le parti; normalmente lo si indice quando le trattative subiscono uno stallo per un atteggiamento della controparte (Azienda USL) volutamente ostacolante le richieste di parte sindacale; sperando in tal modo di convincere l’Azienda a più “miti consigli” e riprendere le trattative con maggior forza sindacale.
NON E’ LA SITUAZIONE ATTUALE

L’Azienda USL di Modena non ha, per quanto siamo a conoscenza, intenzionalmente voluto rompere le trattive, è stata costretta dai rilievi degli ispettori del MEF (Ministero dell’Economia e Finanza) a sospendere l’Accordo del 19 luglio, che la stessa Azienda aveva sottoscritto, onde evitare una denuncia penale.
La retromarcia è stata imposta dall’illeicità dell’erogazione del premio di produttività individuale mensile, in corso da ormai circa 8 anni, senza una precedente valutazione per singolo operatore, come la legge prevedeva già del 2010; lo stesso accordo integrativo sottoscritto da oo.ss. ed Azienda nel 2011, prevedeva l’istituzione di una procedura di valutazione personale mai messa in pratica negli anni successivi.
Sommariamente l’attuale situazione si può suddividere in due fasi:
a) Per quanto riguarda il saldo produttività 2017, le PEO 2018 ed il bonus di 900.000 euro del 2017, è intenzione dell’Azienda erogarli dopo che il Collegio Sindacale ha sciolto le riserve sollevate al riguardo. Secondo CGIL/CISL e UIL questa è la parte contestata in quanto, a loro dire, l’Azienda avrebbe potuto erogarli subito senza aspettare il via libera del Collegio; è comunque palese che non c’è una chiara intenzione aziendale a non volerli erogare semmai, è contestabile questo atteggiamento troppo prudente che va valutato nel breve periodo ma, riteniamo, non sufficiente a dichiarare uno stato di agitazione. Nel caso che, ottenuto il via libera del Collegio, l’Azienda non provvedesse ad erogare immediatamente il dovuto, allora sarebbe giustificabile indire uno stato di agitazione perchè risulterebbe palese la volontarietà dell’atteggiamento ostativo.
b) Per quanto riguarda invece l’erogazione mensile della quota di produttività personale, (130/160 euro), il passaggio è più complesso perché l’Azienda deve sciogliere il nodo giuridico/penale direttamente col MEF; sta di fatto che, anche superato questo ostacolo, l’eventuale successivo accordo dovrà prevedere una erogazione legata alla percentuale di valutazione che ogni singolo dipendente otterrà.
IL NOSTRO PENSIERO

Stando così le cose, indire oggi uno stato di agitazione ci sembra prematuro perché potrebbe portare i lavoratori ad azioni che prevedono un’ulteriore decurtazione dello stipendio inutile ed avallata dal sindacato stesso.
Ancor più incomprensibile, per noi, è il rifiuto che CGIL/CISL e UIL hanno opposto alla proposta che l’Azienda avrebbe fatto nell’incontro in Prefettura del 29/10/18 che prevedeva il pagamento delle PEO 2018.

Il rifiuto di “portare a casa”, in questo momento, uno dei temi oggetto del blocco per cui si è indetto lo stato di agitazione, anche se rivolto al 25% dei lavoratori, non ci sembra una strategia sindacale adeguata a quello che stanno subendo e vivendo i lavoratori dell’AUSL; questo è il nostro pensiero che esprimiamo liberamente e democraticamente come democraticamente e liberamente CGIL/CISL e UIL hanno deciso il contrario. 

Pensiamo che queste posizioni possano creare maggior confusione nei lavoratori alimentando uno stato di disagio e di “rabbia” in un clima già complicato dai pesanti carichi di lavoro cui gli infermieri sono costantemente sottoposti.
Non comprendiamo le reali motivazioni che stanno alla base dello stato di agitazione, ed al rifiuto del pagamento PEO 2018, giustificato da un atteggiamento del: “.. o tutto o niente”; posizioni molto diverse da quel sindacalismo confederale modenese storicamente sempre attento, nelle proprie azioni e prese di posizioni, a tutti gli avvenimenti della politica modenese come, ad esempio, quello cui sono chiamati i cittadini nella primavera del prossimo anno.
Non ci infileremo nemmeno nel complesso ed intricato percorso che vedrebbe il Comparto, contestare ed attaccare la Dirigenza; sono fondi e contratti diversi ma, sempre lavoratori e, non è nostro stile fare dichiarazioni contro ciò che altri lavoratori hanno ottenuto, perché non hanno sottratto nulla ai nostri fondi ed a come, noi, li abbiamo gestiti.
LA NOSTRA STRATEGIA

Con queste motivazioni il Nursind sta adottando una strategia prudente e, crediamo, maggiormente tutelante i lavoratori, che non è come sentiamo dire “non fare niente”.
Per noi, chiedere ai lavoratori ulteriori sacrifici economici può essere solo il frutto di un’attenta valutazione dell’esistente che non riesce a prevede altre vie, meno onerose per i lavoratori che vorremmo tutelare.
Stiamo indicendo assemblee informative in tutto il territorio per diffondere e far conoscere il più possibile il nostro pensiero;
Stiamo aspettando le azioni che l’Azienda metterà in campo per sanare i rilievi del MEF e del Collegio Sindacale, e, nel nostro piccolo, accetteremmo da subito l’erogazione delle PEO 2018, proposte dall’Azienda, (su questo tema invitiamo i colleghi a rivedere la loro posizione);
Ci auguriamo la ripresa di un tavolo di trattative oggi bloccato da una incomprensione tra le controparti più legata al sostegno di ruoli giuridicamente diversi che ad effettive volontà conflittuali
Riteniamo infatti che, in questo momento, oggetto del contendere ed obiettivo sindacale dovrebbe essere l’unità dei lavoratori verso la soluzione del problema, pagando quanto più possibile e, al più presto, tutto quello che è sul campo.
Chiaramente, se, al contrario, venissimo a conoscenza che l’atteggiamento dell’Azienda dovesse perdurare, anche dopo la soluzione dei rilievi del MEF e del Collegio Sindacale, allora il Nursind non si tirerebbe certamente indietro nell’indire forme più forti di pressione come lo stato di agitazione e la sospensione degli straordinari.
Allo stesso tempo, il Nursind non sta a guardare, stiamo valutando, con il nostro ufficio legale, la concreta possibilità di un ricorso collettivo per i danni, concreti ed effettivi, che la situazione ha prodotto ai lavoratori, e che, perdurando dal 2011, non possono, secondo noi, non prevedere un precisoresponsabile.
Su tutto questo, Vi terremo informati per quanto accadrà in futuro.