“Sono allergica al Rocefin”. Prescritto e somministrato ugualmente, muore. A giudizio medico ed infermiere

“Sono allergica al Rocefin”, aveva riferito la paziente. Alle 6 del mattino, nonostante la segnalazione, il farmaco le viene somministrato, la donna muore in 25 minuti.

A finire sotto accusa il medico prescrittore e l’infermiere che lo ha somministrato; omicidio colposo il reato.

La vicenda

I fatti risalgono allo scorso gennaio. La signora, si era presentata il pronto soccorso dell’ospedale Cristo Re di Roma, per una bronchite.

La paziente aveva subito di essere allergica ad uno specifico antibiotico, il Rocefin. Lo stesso avevano fatto i familiari, e l’allergia era stata segnata in cartella clinica.

Qualcosa non deve aver funzionato, negligenza, superficialità, imprudenza?

Fatto sta che alle 21.30 del 17 gennaio le viene prescritto il Rocefin ed alle 6 del mattino le viene somministrato dall’infermiere.

La reazione allergica è rapidissima: il respiro fermo in gola, la donna che si accascia in terra. Poi, l'arresto cardiocircolatorio, mentre i medici tentano in ogni modo di rianimarla invano.

È la figlia a sporgere denuncia, convinta della negligenza degli operatori sanitari; l’autopsia non lascia dubbi: a provocare la morte della donna è stata una grave «insufficienza cardiorespiratoria conseguente ad arresto cardiocircolatorio da shock anafilattico per somministrazione di farmaci.

La documentazione non lascia dubbi: nella cartella clinica risulta chiaramente indicata l'intolleranza al principio attivo contenuto nell'antibiotico somministrato dai sanitari. Da qui, l'iscrizione del medico in servizio al pronto soccorso e dell'infermiere sul registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo; i sanitari «agendo in cooperazione colposa fra loro», avrebbero «cagionato il decesso della paziente».

I due avrebbero agito con «grave negligenza e imprudenza», prima prescrivendo e poi somministrando l'antibiotico Rocefin alla donna.