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Infermieri. La mobilizzazione precoce del paziente dopo impianto pacemaker aumenta le complicanze? Lo studio

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 24/01/2019 vai ai commenti

Studi e analisi

Sulla durata del tempo di allettamento dopo il posizionamento del pacemaker non esistono linee guida eterogenee, e viene prescritto comunemente un periodo di riposo che va dalle 24 alle 72 ore, nonostante sia stato dimostrato che la mobilità precoce non aumenta il rischio di complicanze.

Lo studio preso in esame ha l’obiettivo di osservare gli effetti di una mobilizzazione dopo 24 o 48 ore sulla sicurezza e sul comfort dei pazienti dopo impianto di PM.

 

Cos’è un pacemaker e a cosa serve

Il pacemaker è un divice, che viene impiantato sottopelle ai pazienti affetti da bradicardia.

l posizionamento avviene nella zona toracica, sotto la clavicola. Il dispositivo è collegato a uno o due fili (elettrocateteri) a loro volta posti in comunicazione con il muscolo cardiaco. Gli elettrocateteri trasmettono informazioni dal pacemaker al cuore e inviano gli impulsi elettrici qualora necessario.
Gli elettrocateteri

Sono filamenti metallici ricoperti da una guaina isolante (silicone, poliuretano) che vengono posizionati dall’elettrofisiologo nelle camere cardiache.

I cateteri sono principalmente di 2 tipologie:

  • Atriali: hanno una lunghezza di circa 52-53 cm e sono conformati con la porzione distale “uncinata” per andare a stimolare la parete atriale.
  • Ventricolari: hanno una lunghezza di circa 58-60 cm e sono lineari, poiché attraverso la vena cava superiore giungono direttamente nella porzione apicale trabecolata del ventricolo destro.

Entrambe le tipologie di elettrocateteri possono essere fissate al tessuto miocardico attraverso due sistemi:

  • Passivo: è il più utilizzato; nella porzione distale sono presenti delle “barbe” che si ancorano nelle trabecole miocardiche.
  • Attivo: è utilizzato in casi particolari; nella porzione distale è presente una “vite” a spirale che viene fissata al muscolo miocardico.

 

Le complicanze post impianto

Le complicanze più frequenti sono:

  • Ematoma
  • Dislocazione del pacemaker

ma entrambe spesso non legate ad una precoce mobilizzazione del paziente.

 

Perché viene prescritto il riposo

Ai pazienti che ricevono un impianto di pacemaker (PM) viene comunemente prescritto un periodo di riposo a letto per ridurre le complicanze secondarie all’impianto. I potenziali benefici del riposo a letto sul piano fisiopatologico sono la riduzione del consumo di ossigeno e il miglioramento della perfusione all’apparato nervoso centrale. Il riposo a letto viene prescritto per favorire la cicatrizzazione della tasca del PM e la stabilizzazione degli elettrocateteri in sede epicardica anche se vi sono scarse evidenze in merito. Un prolungato riposo a letto può avere effetti negativi quali l’atrofia muscolare, la resistenza insulinica, l’infiammazione sistemica e i danni al microcircolo.

 

Lo studio

Sono stati inclusi 411 pazienti, suddivisi in due gruppi, 251 nel primo gruppo mobilizzato dopo 48 ore e 160 nel secondo gruppo mobilizzato dopo 24 ore.

È stata confrontata la prevalenza delle complicanze (ematoma e dislocazione) diagnosticate durante il ricovero per l’impianto e la frequenza della somministrazione di farmaci analgesici.

 

Risultati

I pazienti mobilizzati a 48 ore hanno avuto più complicanze 12 (5.1%) nel Gruppo 48h che nel Gruppo 24 h: la complicanza più frequente è stata l’ematoma della tasca del PM.

 

Nel gruppo mobilizzato a 48 ore ci sono stati anche più casi di dislocazione degli elettrocateteri : tutti i 6 casi di dislocazione hanno avuto un intervento di revisione del device dopo la conferma radiografica della complicanza e un uso significativamente più elevato di analgesici.

 

CONCLUSIONI

Un riposo a letto di 24 ore dopo impianto di PM è sicuro. Una mobilizzazione precoce non aumenta il rischio di ematoma e la dislocazione degli elettrocateteri dei device, e riduce anzi il rischio di dolore della tasca e lombare.

Sarebbe utile valutare se un’ulteriore riduzione dei tempi di mobilizzazione (

 

Da:

Sicurezza e comfort dei pazienti

con impianto di pacemaker

mobilizzati dopo 24 e 48 ore:

studio retrospettivo

Niccolò Simonelli,1,2 Maura Lusignani,3 Fabrizio Veglia,4 Marta Giovannardi,4 Claudio Tondo2