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Licenziamento. Legittimo se si usano i social durante l’orario di servizio. Pregiudicano la performance lavorativa

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 13/02/2019 vai ai commenti

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Usare facebook così come altri social in orario di lavoro interferisce nella prestazione lavorativa e la pregiudica, e dunque può essere motivo di licenziamento.

A stabilirlo la Cassazione con la Sentenza n. 3133 dell’1° febbraio 2018.

I fatti

La dipendente di uno studio medico con contratto part-time aveva utilizzato eccessivamente i social network (Facebook in partcolar modo). Il datore di lavoro verificava circa 6.000 accessi, di cui 4.500 circa su Facebook, nell’arco di 18 mesi. Le durate degli accessi erano talora significative, che evidenziavano la gravità del comportamento della lavoratrice.

Il datore di lavoro licenzia la dipendente e quest’ultima impugna il licenziamento per vie legali, ritenendolo ritorsivo e discriminatorio.


La Cassazione

La Cassazione conferma il licenziamento: il comportamento della lavoratrice è risultato agli occhi dei giudici in contrasto con l’etica comune. Ciò in considerazione del fatto che vengono a mancare quel che sono gli obblighi di diligenza e di buona fede a cui è chiamata la lavoratrice nel compimento della prestazione lavorativa.

In secondo luogo, il datore di lavoro non aveva violato la privacy della dipendente nel raccogliere i dati degli accessi sui social network. Infatti, il prelievo delle informazioni è avvenuto non in maniera invasiva, bensì senza entrare nel merito dei contenuti della navigazione in internet, conteggiando esclusivamente tutti gli accessi attraverso la cronologia del PC aziendale.

 

Da Lavoro e Diritti