Gravi rischi di contagio da Covid-19 per gli operatori sanitari. Esposto in Procura di NurSind Asti
La criticità sarebbe dovuta al mancato rispetto dei requisiti strutturali e dell’applicazione dei protocolli e delle linee guide relative alla prevenzione del contagio
Gravi rischi di contagio da Covid-19 per gli operatori sanitari dovuti al mancato rispetto dei requisiti strutturali e dell’applicazione dei protocolli e delle linee guide relative alla prevenzione all’ospedale Cardinal Massaia di Asti. Per questi motivi il sindacato delle professioni infermieristiche (NurSind) nella giornata di ieri ha presentato un esposto in Procura della Repubblica.
L’azione è firmata dal legale rappresentante astigiano di NurSind, Gabriele Montana, che nel documento inviato denuncia l’alto rischio di contagio al virus a cui gli infermieri ogni giorno sarebbero soggetti a causa delle modifiche strutturali avvenute in questo ultimo periodo in alcune unità operative del Cardinal Massaia per aumentare il numero di posti letto richiesti dall’emergenza.
Ma non è tutto. Nell’esposto si legge come tali cambiamenti sarebbero stati messi in atto senza il consulto del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) come previsto dalla legge. “Tali modifiche – afferma Gabriele Montana, segretario territoriale NurSind Asti – sono state effettuate senza alcun concerto con l’RSPP come previsto dall’art. d.lgs n81/2008. Pur comprendendo l’assoluta ristrettezza dei tempi e l’emergenza che chiedeva una rapida risposta del sistema, la previa consultazione ed il confronto con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione avrebbe permesso di evitare gli errori che si ritiene siano stati posti in essere in materia di sicurezza”.
Questa non sarebbe però l’unica criticità emersa durante la riorganizzazione strutturale avvenuta all’ospedale Cardinal Massai per far fronte all’emergenza Covid-19. A detta del sindacato delle professioni infermieristiche, infatti, ci sarebbero gravi carenze nel segregare alcune aree destinate solamente alla cura dei soggetti colpiti dal virus con gli altri reparti. “A titolo meramente indicativo – prosegue l’esposto presentato da Gabriele Montana – segnalo come in alcuni casi non siano segregate in maniera idonea le zone (così come la gravità della situazione imporrebbe) ma vi siano usati unicamente dei sacchetti di plastica per coprire le aperture dei passaggi, con totale assenza di pressione negativa e totale assenza di zone con filtro dove gli operatori passerebbero per lo smaltimento dei dpi contaminati”. Situazioni estremamente allarmanti se si pensa al rischio di contagio a cui vanno incontro gli operatori sanitari e resa ancor più drammatica dall’inefficienza di un’adeguata circolazione d’aria.
“L’art.29, comma 3 del d.lgd n.81/2008 – prosegue Montana di NurSind – prevede che in occasione di modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori, la valutazione dei rischi deve essere immediatamente rielaborata e, a seguito di tale rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere aggiornate. Al di là del termine concesso dalla legge – conclude il segretario territoriale NurSind di Asti – per la rielaborazione del documento di valutazione dei rischi il datore di lavoro deve comunque dare immediata evidenza attraverso idonea documentazione dell’aggiornamento delle misure di prevenzione e immediata comunicazione al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (art. 29, comma 3 del d.lgd n.81/2008). Si tratta di incombenze che non sono state rispettate, né in punto consultazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, né in punto comunicazione al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e che, da parte del personale infermieristico, non si è riusciti ad ottenere dall’Azienda Sanitaria nonostante le richieste avanzate”.