P.A.R.T.O, un acronimo per gestire il parto extra ospedaliero. Come funziona
L’articolo è un estratto della tesi di laurea magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche, scritta dalla Dott.ssa Marianna Letizia, infermiera: “Proposta dell’acronimo P.A.R.T.O.: Indagine conoscitiva sulle capacitaÌ€ di gestione di un parto precipitoso extra ospedaliero da parte del personale sanitario molisano attivo nel soccorso territoriale”
La gestione del parto extra ospedaliero non programmato dovrebbe essere un’attivitaÌ€ piuttosto conosciuta dal team del soccorso territoriale, ciononostante l’assistenza e la conduzione dell’evento rimangono molto incerte. La causa principale eÌ€ riconducibile alla carente formazione del personale 118 sulla gestione del parto, alla scarsa considerazione delle attivitaÌ€ di simulazione, soprattutto nell’ambito ostetrico. In base ai dati piuÌ€ recenti presenti in letteratura, la nascita avviene generalmente in strutture specializzate con personale ostetrico, ma circa lo 0,1% si presenta altrove (domicilio, ambulanza, etc).
CioÌ€ eÌ€ determinato da molteplici fattori: una parte eÌ€ attribuibile all’intenso flusso migratorio e di conseguenza a una societaÌ€ sempre piuÌ€ cosmopolita. Un’altra parte riguarda la chiusura dei punti nascita dislocati su tutto il territorio, in particolar modo quello molisano, aumentando i tempi di percorrenza per raggiungere un Pronto Soccorso. Il personale medico e infermieristico, in questi casi, eÌ€ chiamato ad affrontare situazioni particolari e complesse.
Le capacitaÌ€ professionali, quanto quelle formative e psicologiche, sono fondamentali. L’idea dell’acronimo P.A.R.T.O. nasce dalla consapevolezza di dover formare sanitari, non specializzati nell’area ostetrico-ginecologica ma in area critica, alle prese con un intervento non del tutto tipico del soccorso territoriale. L’acronimo eÌ€ in via del tutto sperimentale, pertanto presentati in un territorio circoscritto e a un numero limitato di operatori. L’obiettivo principale non eÌ€ solo quello di formare ma, contemporaneamente, mettere a disposizione una sequenza operativa da usare in campo, garantendo supporto al personale sanitario non ostetrico, aiutandolo a gestire in sicurezza e professionalitaÌ€ il parto precipitoso.
Questa tesi si colloca all’interno di un percorso formativo dal titolo “Parto extra ospedaliero. Gestione emergenze” promosso dall’ASREM, nei mesi di Novembre e Dicembre 2019, per tre edizioni, con libera iscrizione a Infermieri e Medici operanti nel settore dell’emergenza (in particolare 118). Consapevoli del fatto che il trattamento rapido e appropriato, rappresenta un requisito indispensabili per garantire un’assistenza di qualitaÌ€, mi auguro che l’acronimo possa essere di aiuto e sostegno a tutti i professionisti impegnati sul territorio, durante il loro complesso lavoro quotidiano. Segue la presentazione dell’acronimo:
L’acronimo P.A.R.T.O., consultabile al termine del testo, nasce dall’idea di voler gestire in modo semplice e sicuro il parto precipitoso extraospedaliero. In particolar modo, l’idea eÌ€ quella di creare uno “strumento” di lavoro da fornire e suggerire a tutti gli operatori sanitari attivi sul territorio, con lo scopo di formarli per l’eventualitaÌ€ del caso e aiutarli a gestire situazioni di emergenza in modo efficace. In base alle esigenze degli operatori, eÌ€ possibile convertire l’acronimo in forma cartacea da portare sempre con seÌ. E’ stata scelta la parola “P.A.R.T.O.” in quanto risultava piuÌ€ appropriata, semplice da memorizzare percheÌ riconducibile alla situazione, completa per suggerire le giuste sequenze agli operatori e intuitiva. A ogni lettera dell’acronimo corrisponde una specifica fase, in ordine cronologico, da mettere in atto durante il soccorso.
Nello specifico eÌ€ prevista una prima fase definita “Planning” dedicata alla pianificazione dell’intervento, in quanto rappresenta il primo incontro con la gravida. E’ fondamentale non esporre l’assistita a rischi ma adoperarsi nell’immediato valutando la prioritaÌ€ degli interventi da eseguire. Le prime attivitaÌ€ assistenziali si focalizzano su un monitoraggio generale.
La seconda fase dell’acronimo eÌ€ “l’Analysis” rivolta principalmente alla raccolta di dati anamnestici relativi alla donna e alla gravidanza. Si eÌ€ pensato di determinare un’accurata raccolta di informazioni avvalendosi di domande formulate in maniera sintetica e con risposta immediata, considerando come uniche opzioni “SI/NO”. Le domande proposte indagano principalmente sull’etaÌ€ materna, il periodo gestazionale (< 38W/> 40 W), un’eventuale gravidanza gemellare, nulliparitaÌ€ o pluriparitaÌ€, pregressi T.C., patologie giaÌ€ presenti o insorte in gravidanza, l’assunzione di farmaci o allergie, la presentazione del feto 28 ed eventuali abitudini come ad esempio il fumo, l’alcol o sostanze stupefacenti.
“Reassure” dall’inglese “Rassicurare”, eÌ€ la fase successiva che prevede contenuti non tecnici ma emotivi. In letteratura si sostiene che, a prescindere dal contesto di nascita, intra o extra ospedaliera, le future mamme hanno bisogno di sicurezza, e devono essere consapevoli del fatto che gli operatori sanitari sono a sua disposizione per supporto e aiuto.
“Treatment” ossia il “Trattamento” eÌ€ la fase piuÌ€ corposa dell’acronimo P.A.R.T.O. E’ prevista la gestione del momento espulsivo del feto, il taglio del cordone, l’assistenza al nascituro e l’eventuale secondamento. Si attribuisce a ogni membro dell’equipe un preciso in relazione alle proprie competenze professionali, per far si che il repentino susseguirsi degli eventi non colga impreparati i sanitari.). Il personale che prenderaÌ€ in carico il neonato eseguiraÌ€ anche l’indice di Apgar, consultabile nell’acronimo, (entro un minuto dalla nascita e dopo cinque minuti) provvedendo all’annotazione del risultato, alla comunicazione in Centrale Operativa e al reparto di appartenenza.
L’ultima fase, ma non per importanza, consiste “nell’Observation”. E’ il periodo nel quale occorre compiere un attento, accurato e minuzioso monitoraggio per impedire l’insorgenza delle complicane post-partum. La prioritaÌ€ eÌ€ il trasporto immediato in ospedale per garantire le cure necessarie del caso e, contemporaneamente, continuare con il monitoraggio. L’arrivo dei soccorsi, nel Presidio Ospedaliero piuÌ€ vicino, permetteraÌ€ di proseguire l’assistenza materna e neonatale in una struttura adeguata e con strumentazione idonea.