Trasporto pazienti intra/extra ospedaliero. A chi tocca? Infermiere degenza, medico o rianimatore?
Quello del trasporto intra ed extra ospedaliero del paziente, è sempre un momento di accesa discussione tra il personale sanitario, spesso incentrata sul chi dovrebbe accompagnare il paziente, se l’infermiere, il medico, entrambi o nessuno.
In merito, è utile fare riferimento alla Raccomandazione del Ministero della Salute “ Morte o grave danno conseguenti ad un malfunzionamento del sistema di trasporto (intraospedaliero, extraospedaliero), che stabilisce i parametri di sicurezza.
Il trasporto di un paziente rappresenta un momento importante nel continuum dell’assistenza sanitaria che richiede una gestione articolata e complessa e competenze specifiche.
Il trasporto sanitario può avvenire essenzialmente in condizione di urgenza ed in condizione ordinaria programmabile.
- A. Il trasporto sanitario in condizione di urgenza viene essenzialmente eseguito dal luogo dell’improvvisa insorgenza di una patologia o di un infortunio verso le strutture sanitarie di riferimento e spesso presenta la classica tipologia del trasporto sanitario primario. Tale tipologia di trasporto prevede, in alcuni casi, l’utilizzo di mezzi di trasporto aereo o di altri mezzi di intervento sanitario rapido alternativi alle autoambulanze, quali l’elicottero e le idroambulanze.
Il trasporto d’urgenza viene altresiÌ€ classificato in due importanti categorie: il trasporto sanitario primario ed il trasporto sanitario secondario.
- Il trasporto sanitario primario o trasporto preospedaliero eÌ€ volto al trasferimento di un paziente dal luogo di insorgenza della patologia acuta e dell’infortunio alla struttura sanitaria.
- Il trasporto sanitario secondario o interospedaliero eÌ€ il trasporto di pazienti in continuitaÌ€ di soccorso da una struttura di livello assistenziale inferiore ad una superiore, ad esempio, il trasferimento verso strutture per l’esecuzione di prestazioni diagnostiche o terapeutiche di particolare complessitaÌ€, come nel caso di trasferimento da una struttura spoke ad un hub della rete assistenziale.
- Il trasporto sanitario in condizione ordinaria programmabile di pazienti autonomi o che necessitano di assistenza, si articola prevalentemente nelle seguenti tipologie:
- trasporto sanitario per diagnostica
- trasporto sanitario per prestazioni non presenti nella struttura e/o
ricovero in area a maggiore complessità assistenziale
- trasporto per ricovero in area a minore complessità assistenziale
- accesso per ricovero con ambulanza
- dimissioni con ambulanza
- trasporto sanitario per riabilitazione
- trasporto sanitario per dialisi.
Un’ulteriore tipologia di trasporto, in urgenza o programmato, eÌ€ rappresentata da quello intraospedaliero, di fatto estremamente frequente negli ospedali a padiglioni e che, seppur effettuato all’interno della struttura ospedaliera e pertanto in ambiente protetto, non si presenta privo di rischi poicheÌ spesso coinvolge il trasporto di pazienti instabili dalle aree di emergenza verso le UnitaÌ€ Operative di ricovero e verso i servizi di diagnostica.
Anche il trasporto neonatale ed il trasporto assistito materno o trasporto in utero devono rispondere a requisiti di sicurezza ed efficacia. Il servizio di trasporto per l'emergenza neonatale e il trasporto assistito materno devono essere realizzati sulla base di un collegamento tra strutture territoriali e strutture di ricovero, tra strutture ospedaliere collegate tra loro, auspicabilmente attraverso il coordinamento della Centrale Operativa di emergenza-urgenza 118. Come per le altre tipologie di trasporto deve essere garantita la presenza di operatori sanitari specializzati e di provata esperienza di Terapia Intensiva Neonatale. Le Regioni, nell’ambito degli interventi di programmazione attuano i modelli operativi ritenuti piuÌ€ rispondenti ai bisogni della propria realtaÌ€ territoriale per assicurare l’attivazione rapida e la verifica dell’accettazione da parte delle strutture, anche tramite percorsi dedicati.
I mezzi dedicati al trasporto neonatale devono essere dotati di un'incubatrice che assicura il mantenimento di un'atmosfera controllata (temperatura e umiditaÌ€) adeguata ai neonati; di un sistema di ventilazione assistita; di un sistema di sorveglianza costante dei parametri vitali e di sistemi per l’infusione dei farmaci. Inoltre, deve essere sempre garantita la manutenzione e la prontezza d'uso dell’incubatrice; devono essere presenti idonei sistemi di ancoraggio dell’incubatrice e fonti di energia elettrica anche per l’erogazione dei gas medicali.
Il trasporto assistito materno o in utero rappresenta la modalità di trasferimento più sicura che deve seguire protocolli per la gravidanza a rischio che deve essere trasferita in strutture di II e III livello.
Tutte le tipologie di trasporto sono gravate da una serie di elementi che rappresentano potenziali fattori di rischio ed in particolare:
- l’architettura della struttura sanitaria: la tipologia a padiglione, ad esempio, presente in numerose realtaÌ€ ospedaliere, comporta un allungamento dei percorsi, incidendo sul timing del trasporto stesso;
- la presenza di personale sanitario non qualificato e/o non idoneo alla tipologia di trasporto;
- la scarsa o inadeguata comunicazione dal momento della presa in carico del paziente (dalla struttura sanitaria o mezzo di soccorso) e struttura di destinazione;
- incompleta o mancante documentazione sanitaria che deve accompagnare il paziente in tutti i suoi trasferimenti;
- la disponibilità di idonei mezzi di trasporto: mancanza o carenza di ambulanze dotate di strumentazione ed apparecchiature di rianimazione per il trasporto dei pazienti critici;
- mancata stabilizzazione, prima del trasporto, dei parametri vitali del paziente, in particolare per i pazienti critici;
- il verificarsi di una eventuale avaria meccanica del mezzo;
- il mancato coordinamento con il Sistema di emergenza territoriale 118, quale regolatore e garante dei trasporti secondari critici;
- il tempo di trasporto: il rischio di sviluppare complicazioni, in particolare nel trasporto verso aree di terapia intensiva, è direttamente proporzionale al tempo impiegato.
Per quanto riguarda la presenza di personale sanitario, in relazione alle condizioni del paziente e alla finalitaÌ€ del trasferimento, eÌ€ necessario prioritariamente inquadrare il paziente all’interno delle Classi di rischio di Eherenwerth che individuano le necessitaÌ€ assistenziali durante il trasporto ed il personale responsabile del paziente durante il trasferimento. Per i pazienti pediatrici valgono gli stessi criteri degli adulti. Per il neonato a termine o immaturo: il trasporto saraÌ€ sempre effettuato con il Pediatra e/o il Medico Rianimatore, in culla termica e con ambulanza attrezzata per il trasporto neonatale.