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Trasporto pazienti intra/extra ospedaliero. A chi tocca? Infermiere degenza, medico o rianimatore?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 15/02/2022

NursingProfessione e lavoro

Quello del trasporto intra ed extra ospedaliero del paziente, è sempre un momento di accesa discussione tra il personale sanitario, spesso incentrata sul chi dovrebbe accompagnare il paziente, se l’infermiere, il medico, entrambi o nessuno.

In merito, è utile fare riferimento alla Raccomandazione del Ministero della Salute “ Morte o grave danno conseguenti ad un malfunzionamento del sistema di trasporto (intraospedaliero, extraospedaliero), che stabilisce i parametri di sicurezza.

Il trasporto di un paziente rappresenta un momento importante nel continuum dell’assistenza sanitaria che richiede una gestione articolata e complessa e competenze specifiche.
Il trasporto sanitario può avvenire essenzialmente in condizione di urgenza ed in condizione ordinaria programmabile.

  1. A. Il trasporto sanitario in condizione di urgenza viene essenzialmente eseguito dal luogo dell’improvvisa insorgenza di una patologia o di un infortunio verso le strutture sanitarie di riferimento e spesso presenta la classica tipologia del trasporto sanitario primario. Tale tipologia di trasporto prevede, in alcuni casi, l’utilizzo di mezzi di trasporto aereo o di altri mezzi di intervento sanitario rapido alternativi alle autoambulanze, quali l’elicottero e le idroambulanze.

Il trasporto d’urgenza viene altresiÌ€ classificato in due importanti categorie: il trasporto sanitario primario ed il trasporto sanitario secondario.

  • Il trasporto sanitario primario o trasporto preospedaliero eÌ€ volto al trasferimento di un paziente dal luogo di insorgenza della patologia acuta e dell’infortunio alla struttura sanitaria.
  • Il trasporto sanitario secondario o interospedaliero eÌ€ il trasporto di pazienti in continuitaÌ€ di soccorso da una struttura di livello assistenziale inferiore ad una superiore, ad esempio, il trasferimento verso strutture per l’esecuzione di prestazioni diagnostiche o terapeutiche di particolare complessitaÌ€, come nel caso di trasferimento da una struttura spoke ad un hub della rete assistenziale.
  1. Il trasporto sanitario in condizione ordinaria programmabile di pazienti autonomi o che necessitano di assistenza, si articola prevalentemente nelle seguenti tipologie:
  • trasporto sanitario per diagnostica
  • trasporto sanitario per prestazioni non presenti nella struttura e/o

ricovero in area a maggiore complessità assistenziale

  • trasporto per ricovero in area a minore complessitaÌ€ assistenziale
  • accesso per ricovero con ambulanza
  • dimissioni con ambulanza
  • trasporto sanitario per riabilitazione
  • trasporto sanitario per dialisi.

Un’ulteriore tipologia di trasporto, in urgenza o programmato, eÌ€ rappresentata da quello intraospedaliero, di fatto estremamente frequente negli ospedali a padiglioni e che, seppur effettuato all’interno della struttura ospedaliera e pertanto in ambiente protetto, non si presenta privo di rischi poiché spesso coinvolge il trasporto di pazienti instabili dalle aree di emergenza verso le UnitaÌ€ Operative di ricovero e verso i servizi di diagnostica.

Anche il trasporto neonatale ed il trasporto assistito materno o trasporto in utero devono rispondere a requisiti di sicurezza ed efficacia. Il servizio di trasporto per l'emergenza neonatale e il trasporto assistito materno devono essere realizzati sulla base di un collegamento tra strutture territoriali e strutture di ricovero, tra strutture ospedaliere collegate tra loro, auspicabilmente attraverso il coordinamento della Centrale Operativa di emergenza-urgenza 118. Come per le altre tipologie di trasporto deve essere garantita la presenza di operatori sanitari specializzati e di provata esperienza di Terapia Intensiva Neonatale. Le Regioni, nell’ambito degli interventi di programmazione attuano i modelli operativi ritenuti piuÌ€ rispondenti ai bisogni della propria realtaÌ€ territoriale per assicurare l’attivazione rapida e la verifica dell’accettazione da parte delle strutture, anche tramite percorsi dedicati.

I mezzi dedicati al trasporto neonatale devono essere dotati di un'incubatrice che assicura il mantenimento di un'atmosfera controllata (temperatura e umiditaÌ€) adeguata ai neonati; di un sistema di ventilazione assistita; di un sistema di sorveglianza costante dei parametri vitali e di sistemi per l’infusione dei farmaci. Inoltre, deve essere sempre garantita la manutenzione e la prontezza d'uso dell’incubatrice; devono essere presenti idonei sistemi di ancoraggio dell’incubatrice e fonti di energia elettrica anche per l’erogazione dei gas medicali.

Il trasporto assistito materno o in utero rappresenta la modalità di trasferimento più sicura che deve seguire protocolli per la gravidanza a rischio che deve essere trasferita in strutture di II e III livello.

Tutte le tipologie di trasporto sono gravate da una serie di elementi che rappresentano potenziali fattori di rischio ed in particolare:

  • l’architettura della struttura sanitaria: la tipologia a padiglione, ad esempio, presente in numerose realtaÌ€ ospedaliere, comporta un allungamento dei percorsi, incidendo sul timing del trasporto stesso;
  • la presenza di personale sanitario non qualificato e/o non idoneo alla tipologia di trasporto;
  • la scarsa o inadeguata comunicazione dal momento della presa in carico del paziente (dalla struttura sanitaria o mezzo di soccorso) e struttura di destinazione;
  • incompleta o mancante documentazione sanitaria che deve accompagnare il paziente in tutti i suoi trasferimenti;
  • la disponibilitaÌ€ di idonei mezzi di trasporto: mancanza o carenza di ambulanze dotate di strumentazione ed apparecchiature di rianimazione per il trasporto dei pazienti critici;
  • mancata stabilizzazione, prima del trasporto, dei parametri vitali del paziente, in particolare per i pazienti critici;
  • il verificarsi di una eventuale avaria meccanica del mezzo;
  • il mancato coordinamento con il Sistema di emergenza territoriale 118, quale regolatore e garante dei trasporti secondari critici;
  • il tempo di trasporto: il rischio di sviluppare complicazioni, in particolare nel trasporto verso aree di terapia intensiva, eÌ€ direttamente proporzionale al tempo impiegato.

Per quanto riguarda la presenza di personale sanitario, in  relazione alle condizioni del paziente e alla finalitaÌ€ del trasferimento, eÌ€ necessario prioritariamente inquadrare il paziente all’interno delle Classi di rischio di Eherenwerth che individuano le necessitaÌ€ assistenziali durante il trasporto ed il personale responsabile del paziente durante il trasferimento. Per i pazienti pediatrici valgono gli stessi criteri degli adulti. Per il neonato a termine o immaturo: il trasporto saraÌ€ sempre effettuato con il Pediatra e/o il Medico Rianimatore, in culla termica e con ambulanza attrezzata per il trasporto neonatale.