Differenziali economici. Scompare la quota limitata di personale che accede? Facciamo chiarezza
Quello delle progressioni economiche orizzontali è uno dei tasti dolenti del comparto sanità, dalla professionalità non riconosciuta, allo scarso riconoscimento economico, ai parametri stringenti relegati alla contrattazione aziendale decentrata che spesso non permette ad una buona fetta di infermieri di rientrarvi, con accesso limitato di una quota di personale.
Con il nuovo contratto comparto sanità con le modifiche alla progressione orizzontale, è stata rinominata "differenziale stipendiale di professionalità", ma nella sostanza resta la stessa cosa: un incremento del trattamento economico tabellare.
I differenziali economici, nascono, con il fine, di rendere più appetibile la carriera nel pubblico, favorito dall’assenza, degli attuali riferimenti a che le progressioni economiche siano destinate a una quota limitata degli aventi diritto.
Tuttavia a prevalere sui contratti, sono le disposizioni di legge e nello specifico l’ articolo 23 del decreto Brunetta stabilisce, al comma 2, che le progressioni economiche sono attribuite in modo selettivo, a una quota limitata di dipendenti, in relazione allo sviluppo delle competenze professionali e ai risultati individuali e collettivi rilevati dal sistema di valutazione. Tale norma, ai sensi dell’articolo 74 dello stesso decreto, è direttamente attuativa dell’articolo 97 della Costituzione e costituisce principio generale dell'ordinamento al quale si adeguano le Regioni e gli enti locali.
Quindi, finchè quella norma resta in vigore, le progressioni o differenziali, comunque li si chiami, saranno destinati sempre ad una quota limitata del personale. Una norma che resterà perchè i fondi della contrattazione decentrata non hanno la capienza per assicurare aumenti a tutti. Si può solo auspicare e battersi perché tra l’assegnazione di un differenziale economico e l’altro non passino decenni.