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Disidratazione: sintomi iniziali e strategie di prevenzione per ogni età

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 13/06/2025

Professione e lavoroStudi e analisi

 

Un piccolo squilibrio idrico può innescare una catena di eventi che porta rapidamente a uno stato critico, soprattutto nei soggetti fragili. La disidratazione è spesso sottovalutata, confusa con la semplice “sete” o con la stanchezza estiva, ma rappresenta una delle principali cause di accesso ospedaliero nei mesi caldi. È insidiosa, progressiva e, se ignorata, può condurre a complicanze gravi: collasso cardiocircolatorio, insufficienza renale, confusione mentale, coma.

Nel 2024, in un contesto climatico sempre più estremo, la disidratazione è diventata un'emergenza trasversale. Riguarda gli anziani soli in città afose, i bambini nei parchi giochi, gli operatori sanitari nei reparti, gli agricoltori nei campi. Per affrontarla servono strategie chiare, interventi tempestivi e un cambio di mentalità: bere non basta, bisogna sapere quando, quanto, e per chi.

1. Cos’è la disidratazione e perché è pericolosa

La disidratazione è uno squilibrio tra l’assunzione e la perdita di liquidi corporei. Quando l’organismo perde più acqua di quanta ne assuma, il volume plasmatico si riduce, si altera l’equilibrio elettrolitico e gli organi iniziano a soffrire.

Le forme principali:

  • Ipertonica (perdita prevalente di acqua): più comune in anziani e lattanti.

  • Isotonica (perdita equilibrata di acqua e sali): tipica in casi di diarrea o vomito.

  • Ipotonica (perdita prevalente di sali): spesso dovuta a sudorazione intensa e reintegro solo con acqua.

2. Fattori di rischio principali

Età

  • Bambini piccoli: riserve idriche ridotte, termoregolazione immatura, dipendenza dagli adulti per bere.

  • Anziani: ridotta percezione della sete, alterata funzione renale, uso di diuretici, demenza.

  • Adulti attivi: rischio legato all’attività fisica intensa e all’esposizione al caldo.

Condizioni cliniche

  • Diabete, insufficienza renale, febbre persistente, diarrea, vomito.

  • Assunzione di farmaci: diuretici, lassativi, psicofarmaci.

Ambiente

  • Alte temperature e umidità

  • Scarsa ventilazione o accesso limitato all’acqua potabile

3. Epidemiologia: quanto è diffusa la disidratazione?

  • Secondo l’OMS, la disidratazione contribuisce ogni anno a milioni di decessi nei bambini

  • In Europa, la disidratazione è uno dei principali fattori predittivi di ospedalizzazione estiva negli over 75.

  • In Italia, nel 2024, le ondate di calore hanno contribuito a un aumento degli accessi per squilibri idro-elettrolitici nei PS, specialmente tra giugno e agosto.

  • Studi su RSA italiane riportano una prevalenza di disidratazione latente nel 20–30% degli ospiti in estate.

4. Sintomi iniziali da riconoscere subito

Segno/Sintomo Indicazione clinica
Secchezza di bocca Uno dei primi segnali, spesso ignorato
Cefalea, irritabilità Sintomi neurologici iniziali
Stanchezza, apatia Riduzione della perfusione e ipotensione
Diuresi ridotta Spia diretta dell’equilibrio idrico
Mucose asciutte, cute poco elastica Segni di disidratazione moderata-avanzata
Vertigini, sincope Segno di disidratazione severa, ipoperfusione cerebrale

5. Strategie di prevenzione per ogni fascia d’età

Neonati e bambini

  • Offrire liquidi frequentemente, anche senza richiesta.

  • Evitare l’esposizione al sole diretto e ambienti troppo caldi.

  • Seguire con attenzione eventuali episodi di vomito e diarrea.

Anziani

  • Programmata somministrazione di liquidi durante la giornata.

  • Sorvegliare la comparsa di letargia, ipotensione o confusione.

  • Monitorare la diuresi: meno di 500 ml al giorno è un segnale critico.

Adulti e lavoratori

  • Bere almeno 250–300 ml ogni ora durante attività fisica o in ambienti caldi.

  • Integrare con sali minerali (sodio, potassio) in caso di sudorazione abbondante.

  • Evitare bevande alcoliche o eccessivamente zuccherate, che aumentano la diuresi.

Strutture sanitarie e RSA

  • Attivare protocolli estivi per idratazione assistita.

  • Utilizzare checklist infermieristiche per il rischio disidratazione.

  • Integrare l’idratazione in piani di assistenza personalizzati.

6. Il ruolo dell’infermiere: prevenire, osservare, agire

L’infermiere è in prima linea nella valutazione dell’idratazione del paziente:

  • Rileva precocemente i segni clinici

  • Valuta l’introito idrico giornaliero

  • Stimola il paziente a bere, anche in assenza di sete

  • Educazione sanitaria a pazienti e caregiver

  • Gestione clinica di reintegrazione orale/parenterale, se necessario

Il monitoraggio dell’idratazione, specie in estate, dovrebbe essere un indicatore di qualità assistenziale in ogni contesto di cura.

La disidratazione non è un problema minore, né una condizione risolvibile con un semplice bicchiere d’acqua. È un rischio clinico silenzioso ma concreto, trasversale a tutte le età. Riconoscerla, prevenirla e trattarla tempestivamente è un dovere professionale, ma anche un gesto di attenzione verso la persona assistita.

Fonti e riferimenti scientifici

  • WHO – Dehydration facts and child health

  • Epicentro ISS – Disidratazione negli anziani

  • ECDC – Heat-related illness surveillance

  • Ministero della Salute – Bollettini ondate di calore 2024

  • SIP – Società Italiana di Pediatria, consigli per l’idratazione

  • Geriatric Nursing, 2023 – Prevalenza e gestione della disidratazione in RSA

  • EFSA – Water intake guidelines in EU