Infermieri in fuga dall'ospedale Versilia
Non solo gli operatori sanitari del Pronto Soccorso ma anche quelli degli altri reparti e dei distretti territoriali pensano alle dimissioni.
Se solo pochi giorni fa, con una lettera inviata alla Regione, tutti i medici dei pronto soccorso della Toscana minacciavano le dimissioni per l'insostenibilità dei carichi di lavoro ai quali sono sottoposti e per la grave carenza di personale medico, la situazione degli infermieri toscani (e non solo di pronto soccorso) non è da meno.
Con un comunicato, Giannoni, coordinatore regionale del NurSind (il sindacato delle professioni infermieristiche), paventa la stessa decisione per gli infermieri e ha chiesto un incontro urgente con la Regione e un piano di assunzioni a tempo indeterminato prima dell'estate.
In Versilia le condizioni non sono diverse: gli infermieri e gli oss del pronto soccorso (e non solo), hanno risposto alle manifestazioni di interesse (domande di trasferimento) in massa, verso servizi e ambulatori in proporzioni tali che la domanda supera abbondantemente l'offerta e quindi, le richieste non potranno essere accolte, ne' potrà essere soddisfatto il numero dei professionisti che anelano a condizioni e tempi di lavoro più accettabili e “normali”.
Raccontano i dirigenti sindacali NurSind: “Molti pensano al licenziamento e negli ultimi due anni il Versilia si è impoverito di professionisti sanitari che hanno scelto le dimissioni volontarie. Niente è cambiato dall'agosto 2022, periodo di piena emergenza organizzativa. Al primo gennaio di quest'anno il saldo di infermieri e oss è in negativo rispetto all'anno precedente, anche in relazione all'aumento delle molteplici attività”.
Continuano - Aspettiamo ancora nuovi ingressi e assunzioni che non solo coprano il turn over dei pensionamenti e dei licenziamenti, ma che sanino l'emergenza organizzativa di tutti i settori che permane da anni. Le recenti stabilizzazioni del personale sanitario non portano nuove forze, ma trasformano i contratti dei tempi determinati in tempi indeterminati, limitando solo in minima parte il depauperamento della forza lavoro.
L'indice di sovraffollamento del pronto soccorso segna costantemente rosso, i pazienti aspettano un posto letto per più di 48 ore, rimanendo in carico al personale che deve fornire loro adeguata assistenza (e che non dovrebbero permanere così a lungo in un reparto di emergenza) e che deve prendere in carico i nuovi che continuamente arrivano.
Mancano all'appello decine di professionisti sanitari che possano consentire una riorganizzazione territoriale e aumentare il numero dei posti letto delle cure intermedie, così da ridurre la pressione sui reparti di emergenza e di medicina interna. A tre mesi dal periodo estivo, così impegnativo per la realtà versiliese, con l'inizio del periodo primaverile/estivo e in concomitanza del periodo di ferie di tutti i lavoratori dell'Azienda, ancora non si parla di personale di supporto per pronto soccorso, pronto soccorso pediatrico, dialisi, sala gessi e per tutte quelle realtà che durante la bella stagione sono chiamate ad ampliare la risposta alla domanda di salute dell'utenza.
“Ancora una volta rischiamo di trovarci davanti alla fila delle ambulanze di fronte al pronto soccorso, a cittadini arrabbiati e ad un aumento del rischio di episodi di aggressioni fisiche e verbali nei confronti del personale sanitario già allo stremo. Ancora una volta rischiamo che i lavoratori dei reparti debbano affrontare turni di 12 ore e riposi saltati, con un rapporto di infermieri/pazienti di 1:12 o 1:14”, commentano i sindacalisti"
Il costante peggioramento della risposta di soddisfacimento della domanda di prestazioni sanitarie del territorio versiliese (interventi chirurgici, indagini diagnostiche e di laboratorio, fisioterapia, visite specialistiche ecc.) va di pari passo con il peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari. L'azienda “auspica” per la primavera rinforzi di medici per il PS e la medicina interna. Il Nursind “auspica” che la politica locale e regionale rifletta sulla situazione attuale e chiede nuovi ingressi di infermieri, oss e ostetriche: senza, l'assistenza, la presa in carico e la cura dei pazienti non sarà possibile.
Il mancato reintegro dei professionisti della salute e delle prestazioni sanitarie significheranno povertà sanitaria per tutto il nostro territorio.