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Licenziata senza preavviso perché calunnia i colleghi

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 21/03/2023 vai ai commenti

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

È  legittimo il licenziamento della dipendente pubblica che aveva denunciato il dirigente e i colleghi per gravi reati, risultati infondati, e per questo accusata e condannata per calunnia.

È quanto emerge da un’ordinanza pubblicata il 13 marzo 2023 dalla sezione lavoro della Cassazione.

I fatti

La dipendente aveva rivolto  accuse di scorrettezza al dirigente e addirittura di molestie sessuali ad un collega.  Qualche mese dopo la donna sporgeva querela contro il dirigente e i colleghi, denunciando episodi - a suo avviso - che costituirebbero reato. Ma il procedimento penale viene archiviato e scatta quello disciplinare a carico della lavoratrice.

Infatti per la dipendente, ricorrono tutti gli elementi perché sussista la reiterazione di condotte che ledono la dignità personale altrui, laddove la calunnia nei confronti del dirigente e dei colleghi risulta accertata in sede penale con sentenza passata in giudicato. Non conta che la querela rivelatasi calunniosa sia un atto esterno all’ambiente di lavoro: è invece sufficiente che l’atto illecito abbia riflessi diretti all’interno della sfera anche se non risulta commesso nel luogo dove si svolge il servizio.