Prende il via la figura dell’Assistente infermiere: pubblicato in Gazzetta l’accordo Stato-Regioni
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPCM che istituisce la nuova figura dell’assistente infermiere e aggiorna il profilo dell’OSS: ecco cosa cambia per la sanità italiana
L’Italia ridefinisce una parte cruciale della sua macchina sanitaria. Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del DPCM del 28 febbraio 2025, viene recepito ufficialmente l’Accordo tra Governo, Regioni e Province Autonome che istituisce il profilo professionale dell’assistente infermiere e rivede la figura dell’operatore socio-sanitario (OSS). Una riforma accelerata dall’impatto della pandemia da COVID-19 e dall’emergere di nuove esigenze clinico-assistenziali.
Perché un nuovo profilo? Il contesto della riforma
Le motivazioni che hanno portato all’istituzione di questa nuova figura sono molteplici e ben delineate nel testo dell’accordo:
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La trasformazione dei bisogni di salute della popolazione, dovuta all’invecchiamento, all’aumento della cronicità e della multimorbilità.
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Le criticità organizzative emerse durante la pandemia e la constatazione che il solo profilo dell’OSS non è più sufficiente per far fronte alle attuali esigenze di assistenza.
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La necessità di adottare modelli integrati con professionisti sanitari dotati di competenze intermedie, capaci di supportare l’infermiere in modo più qualificato rispetto all’OSS tradizionale.
Chi è l’assistente infermiere: definizione e funzioni
L’assistente infermiere viene definito come un operatore di interesse sanitario, in possesso della qualifica di OSS, che acquisisce una formazione complementare certificata per svolgere compiti sanitari e organizzativi sotto la supervisione dell’infermiere.
Le sue funzioni includono:
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Assistenza sanitaria diretta alla persona, anche in ambito clinico;
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Supporto gestionale e organizzativo nei servizi territoriali, ospedalieri e residenziali;
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Collaborazione all’interno delle équipe multiprofessionali;
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Interventi mirati in strutture per disabili, servizi domiciliari, RSA e reparti ospedalieri.
Il tutto nel rispetto della pianificazione infermieristica, operando su attività standardizzate e a bassa discrezionalità decisionale, ma cruciali per la qualità dell’assistenza.
Formazione: un nuovo percorso di professionalizzazione
Per diventare assistente infermiere, serve essere già in possesso della qualifica di OSS e di un diploma di scuola secondaria superiore. In alternativa, possono accedere al corso anche coloro che, pur privi di diploma, abbiano almeno cinque anni di esperienza negli utimi 8 anni come OSS, frequentando un modulo propedeutico aggiuntivo di almeno 100 ore.
Il percorso formativo prevede:
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Durata complessiva di almeno 500 ore, da svolgersi in 6-12 mesi;
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Almeno 200 ore di teoria, 280 di tirocinio e 20 di simulazioni/esercitazioni;
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Moduli disciplinari su rilevazione parametri vitali, gestione del dolore, cure di fine vita, somministrazione di terapie su prescrizione, e relazioni professionali.
L’esame finale comprende una prova teorica e una pratica, con rilascio di un attestato di qualifica valido su tutto il territorio nazionale, registrato e monitorato dalle Regioni.
Un ruolo strutturato e vigilato
Il decreto prevede la creazione di un coordinatore del corso, che deve essere un infermiere con laurea magistrale, e tutor dedicati per l’accompagnamento durante il tirocinio. Le Regioni avranno il compito di:
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Definire annualmente il fabbisogno formativo;
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Autorizzare e monitorare gli enti erogatori dei corsi (pubblici e privati accreditati);
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Istituire elenchi pubblici degli attestati rilasciati.
È inoltre previsto un obbligo di aggiornamento professionale: un’ora di formazione ogni mese lavorato, da completare in un arco triennale.
Compatibilità, riconoscimenti ed equipollenze
Importanti anche le norme transitorie:
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I corsi di formazione già attivati sulla base del vecchio accordo del 2003 restano validi, ma solo fino a 24 mesi dall’entrata in vigore del nuovo DPCM.
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Il vecchio titolo OSS con formazione complementare sarà considerato equipollente a quello di assistente infermiere, previa partecipazione a un corso di aggiornamento di almeno 30 ore.
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Per i titoli esteri, è previsto il riconoscimento da parte del Ministero della Salute o l’attribuzione di crediti formativi.
Nessun costo per lo Stato
L’accordo chiarisce che l’attuazione della riforma non comporta nuovi oneri per la finanza pubblica. I corsi saranno finanziati:
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con risorse già disponibili nel sistema sanitario regionale;
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oppure a carico dei partecipanti;
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o con una combinazione delle due modalità.
L’inserimento degli assistenti infermieri nel sistema dovrà avvenire nel rispetto dei piani di fabbisogno del personalee delle normative vigenti sulla spesa.
Cosa cambia per l’OSS: aggiornamento e rafforzamento del ruolo
Parallelamente, l’accordo aggiorna anche il profilo dell’operatore socio-sanitario (OSS), che era stato istituito nel lontano 2001. Le modifiche includono:
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Nuove aree di intervento, tra cui l’ambito scolastico e i servizi per disabilità;
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Un percorso formativo aggiornato per riflettere i cambiamenti organizzativi;
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Riaffermazione del ruolo dell’OSS come figura di supporto essenziale, ma ora più integrata nei percorsi di cura.