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Sanità Militare in Riforma: gli infermieri chiedono riconoscimento pieno

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 30/06/2025

AttualitàGoverno

 Il SIM Marina rivendica una riforma giusta e inclusiva per tutto il personale sanitario militare

Roma – Il Sindacato Italiano Militari Marina ha ufficialmente preso posizione sull’istituzione del nuovo Servizio Sanitario Militare Nazionale (SSMN), il progetto del Ministero della Difesa che promette una profonda riforma del comparto sanitario delle Forze Armate. Con una nota inviata il 24 giugno 2025 ai vertici militari e alle istituzioni, il sindacato ha chiesto con forza di essere ascoltato e coinvolto nel processo di riorganizzazione.

“Non vogliamo rimanere spettatori”, scrive il SIM Marina. L’obiettivo? Garantire che infermieri, ostetriche, tecnici sanitari, operatori e soccorritori militari abbiano un inquadramento e un riconoscimento professionale pienamente equiparabile a quello previsto dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Una sanità militare allineata con il SSN

Il documento del SIM Marina punta i riflettori su un punto fondamentale: l’equiparazione dei titoli di studio e dei percorsi formativi del personale militare a quelli richiesti nel SSN. A partire dagli ufficiali dirigenti (medici, psicologi, farmacisti, biologi), fino ai funzionari e assistenti infermieristici, la richiesta è chiara: stesso titolo, stesso riconoscimento.

Il sindacato ha allegato una dettagliata tabella di equiparazione dei ruoli, proponendo anche una fase transitoria per permettere al personale già in servizio di conseguire i titoli necessari. Tra le proposte: accordi con le università per l’accesso alla specializzazione, percorsi di laurea magistrale per il personale dirigente delle professioni sanitarie e corsi abilitanti per OSS e altre figure di interesse sanitario.

Il nodo degli “ad esaurimento” e della libera professione

Un altro punto critico sollevato riguarda il destino di chi, pur operando da anni in ambito sanitario militare, non possiede i titoli formali richiesti dal SSN. Il SIM Marina chiede di istituire un ruolo “ad esaurimento”, per tutelare il personale in servizio e riconoscere l’esperienza maturata sul campo.

Infine, il sindacato propone di estendere l’esercizio della libera professione, anche in regime intramurario e in equipe multidisciplinare con il SSN, a tutte le figure dell’area sanitaria, superando la storica esclusività del ruolo medico.

Infermieri militari: basta invisibilità

Questa mossa del SIM Marina arriva in un momento cruciale. La riforma del SSMN può rappresentare una svolta epocale per il personale sanitario delle Forze Armate. Ma senza un confronto aperto e inclusivo, il rischio è quello di creare un sistema zoppo, dove alcune professionalità restano invisibili o sottovalutate.

Vogliamo pari dignità professionale e contrattuale rispetto ai colleghi del SSN” – è il messaggio che arriva forte e chiaro dalla Marina.

Ora la palla passa allo Stato Maggiore della Difesa e alle Commissioni parlamentari competenti. Il futuro della sanità militare è in costruzione. Ma per essere solido, deve poggiare anche sulle spalle — e sulle competenze — degli infermieri, dei tecnici e degli operatori che ogni giorno garantiscono cura, prontezza e dedizione, in divisa.