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Caserta, sanità allo stremo: il NurSind denuncia, ospedali svuotati e cittadini abbandonati

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 21/10/2025

CampaniaNurSind dal territorio

Dall’ospedale di Maddaloni al presidio di Santa Maria Capua Vetere fino a Sessa Aurunca: il NurSind lancia l’allarme. Fabio Di Gioia: “Serve un piano urgente per salvare la rete sanitaria pubblica casertana”.

Caserta 21-10-2025 – La sanità pubblica nella provincia di Caserta è in affanno. Tra reparti chiusi, servizi spostati e personale ridotto all’osso, il quadro tracciato dal NurSind ai microfoni di Campania 24 è quello di un sistema che rischia il collasso.

A parlare è Fabio Di Gioia, componente della segreteria territoriale del NurSind Caserta, che denuncia una situazione ormai “di emergenza strutturale e organizzativa”.

“L’ospedale di Maddaloni – spiega Di Gioia – è diventato un presidio ibrido, con soli 20 posti letto di Medicina generale. La Radiologia è stata spostata a San Felice a Cancello, il laboratorio analisi lavora al minimo e mancano interi reparti come Chirurgia e Rianimazione. Così non si può garantire alcuna risposta al territorio”.

L’ospedale, che nel post-Covid avrebbe dovuto rappresentare un punto di riferimento per il triage d’emergenza, è rimasto invece un guscio vuoto, costringendo i cittadini a riversarsi nei già sovraffollati pronto soccorso di Caserta e Marcianise.

“Dopo la pandemia – aggiunge Di Gioia – ci aspettavamo un potenziamento. Invece Maddaloni è stato smembrato, mancano infermieri, mancano medici, e la struttura è ferma. Eppure servirebbe per una popolazione di quasi un milione di abitanti, che oggi è costretta a spostarsi ovunque per ricevere cure”.

Il sindacato punta il dito anche contro le altre realtà provinciali: Santa Maria Capua Vetere, dove il pronto soccorso resta chiuso, e Sessa Aurunca, dove sono a rischio reparti essenziali come i punti nascita.

“Tre poli fondamentali – sottolinea Di Gioia – che funzionano a singhiozzo, con un impatto devastante sulla salute dei cittadini e sulla tenuta della sanità pubblica. Dove non arriva il pubblico, avanza il privato, e i cittadini finiscono per pagare due volte: con le tasse e con le proprie tasche”.

Il NurSind chiede un intervento immediato da parte dell’ASL di Caserta e dell’Assessorato regionale alla Salute per pianificare una riorganizzazione seria della rete ospedaliera:

“Non servono annunci, servono atti concreti. Maddaloni, Santa Maria e Sessa devono tornare operativi. La provincia di Caserta non può più permettersi ospedali fantasma.”