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NurSind Asti: basta paragoni impropri, servono rispetto e dignità per gli infermieri

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 18/12/2025

NurSind dal territorioPiemonte

Il sindacato replica alle dichiarazioni del sindaco Rasero e ribadisce la centralità della professione infermieristica.

Asti, 18/12/2025. Nel dibattito sempre più acceso sulla sicurezza degli operatori sanitari, le parole contano. E possono fare danni.
Ad Asti, durante un incontro pubblico dedicato alle aggressioni contro medici e infermieri, una dichiarazione del sindaco Maurizio Rasero ha acceso una polemica che va oltre la cronaca locale e chiama in causa il modo in cui viene raccontata la professione infermieristica e il rispetto dovuto a chi ogni giorno garantisce il funzionamento del sistema sanitario.

Nel corso dell’iniziativa, il primo cittadino ha utilizzato un paragone religioso per descrivere la dedizione quotidiana dei sanitari, richiamando l’idea di un sacrificio continuo e non sempre riconosciuto. Un’immagine forte, ma che secondo il NurSind Asti rischia di trasmettere un messaggio profondamente distorto: quello di una professione chiamata a sopportare tutto, quasi fosse parte della propria missione.

"Gli infermieri non sono martiri né figure votate al sacrificio", sottolinea il NurSind Asti.

"Sono professionisti con competenze elevate, responsabilità enormi e il diritto di lavorare in sicurezza. Le parole delle istituzioni devono rafforzare questo principio, non indebolirlo".

Il sindacato delle professioni infermieristiche non contesta solo l’infelicità di un’espressione, ma il modello culturale che rischia di alimentare. In una fase storica segnata da aggressioni sempre più frequenti, carenze di personale e condizioni di lavoro critiche, ogni messaggio pubblico contribuisce a costruire cultura: o della tutela, o della rassegnazione.

La vicenda si inserisce inoltre in un quadro politico che, secondo diverse analisi, appare incerto e contraddittorio sul tema della sicurezza nei luoghi di cura, oscillando tra rassicurazioni di facciata e una pericolosa normalizzazione del rischio. Un contesto che rende ancora più urgente una presa di posizione chiara e coerente.

All’incontro erano presenti anche le rappresentanze degli Ordini professionali. Il presidente di OPI Piemonte, Ivan Bufalo, e la presidente di OPI Asti, Stefania Calcari, hanno portato la voce di migliaia di infermieri impegnati quotidianamente nei triage e nei reparti più esposti, sottolineando l’importanza della collaborazione tra istituzioni e professioni per restituire dignità e sicurezza a un pilastro del Servizio sanitario nazionale.

Tuttavia, proprio perché seduti a un tavolo istituzionale, alla presenza delle autorità e degli organi di stampa, una presa di posizione chiara sulle parole utilizzate dal sindaco sarebbe stata non solo opportuna, ma doverosa. In contesti pubblici di questo livello, il silenzio rischia infatti di essere percepito come una forma di assenso o, quantomeno, come una mancata tutela della professione infermieristica.

Il NurSind, che non era presente a quell’incontro, richiama l’attenzione su un punto centrale: difendere la dignità degli infermieri significa anche intervenire quando il linguaggio istituzionale rischia di veicolare messaggi sbagliati, soprattutto su temi delicati come il sacrificio, la violenza e la sicurezza sul lavoro.

Per il sindacato, il tema non è alimentare la polemica, ma rompere definitivamente con una narrazione che giustifica il sacrificio invece di prevenire la violenza.

"Non servono metafore né richiami simbolici", conclude il NurSind Asti.
"Servono rispetto, sicurezza e atti concreti. Perché la dignità infermieristica si difende con le scelte, non con la retorica".