La lezione ignorata, NurSind: in pronto soccorso si continua ad aggredire gli infermieri.
NurSind richiama le istituzioni dopo la sentenza di Ancona e le violenze ad Ascoli Piceno
Ascoli Piceno, 30/12/2025. C’è una linea che unisce il passato e il presente della sanità pubblica italiana, ed è una linea segnata dalla violenza contro chi cura. Una linea che passa dalla storica sentenza della Corte d’Appello di Ancona, che ha riconosciuto oltre 22.000 euro di risarcimento a un’infermiera aggredita nel 2017, fino ad arrivare alle nuove aggressioni avvenute in queste ore al Pronto Soccorso di Ascoli Piceno. In mezzo, una costante: l’impegno del NurSind, che da anni denuncia, tutela, segue e difende chi lavora ogni giorno in prima linea.
La sentenza della Corte d’Appello di Ancona non è stata solo un atto di giustizia verso una professionista colpita mentre svolgeva il proprio lavoro. È stata un messaggio chiaro alle istituzioni sanitarie: la sicurezza degli operatori non è facoltativa, ma un obbligo giuridico e morale. Un principio che, tuttavia, continua a essere disatteso.
Nelle ultime ore, al Pronto Soccorso di Ascoli Piceno, due infermiere e un operatore socio-sanitario sono stati aggrediti durante l’attività assistenziale. Una collega ha riportato colpi alla testa ed è stata sottoposta ad accertamenti clinici. Episodi che non possono più essere archiviati come fatti isolati o imprevedibili, perché la realtà dimostra il contrario: la violenza nei pronto soccorso è un evento ricorrente e strutturale.
È proprio su questo punto che il NurSind interviene con fermezza, indirizzando una nota al Direttore Generale dell’AST di Ascoli Piceno, Antonello Maraldo, per ribadire una posizione netta e non negoziabile.
Il pronto soccorso è un luogo di lavoro ad alto rischio. Non è un servizio come gli altri, ma un presidio essenziale aperto 24 ore su 24, dove il personale è quotidianamente esposto a tensioni, conflitti e pericoli concreti. Proprio per questo, le tutele devono essere garantite sempre, senza vuoti di protezione, in ogni turno.
Il sindacato delle professioni infermieristiche non usa mezzi termini: la sicurezza non può essere occasionale, né affidata alla fortuna o alla buona volontà dei singoli. Servono prevenzione reale, organizzazione efficace e strumenti adeguati, perché chi entra in servizio deve sapere di non essere lasciato solo.
La giustizia ha già chiarito che la tutela dei lavoratori è un obbligo. Il passato lo ha dimostrato con una sentenza storica, il presente lo conferma con nuovi episodi di violenza. Continuare a ignorarlo significa esporsi a nuove responsabilità e a nuovi danni, umani e professionali.
Il NurSind continuerà a presidiare questo fronte senza arretrare, perché la violenza non può diventare parte integrante del lavoro sanitario. Difendere infermieri e operatori socio-sanitari significa difendere l’intero sistema di emergenza-urgenza e, con esso, il diritto alla salute dei cittadini.
Chi lavora in prima linea ha diritto a essere protetto. Sempre. Di giorno e di notte.
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