Soccorso Protetto 2026: il NurSind indica la strada per fermare le aggressioni in Pronto Soccorso
Da Ascoli Piceno una proposta strutturata e coraggiosa: sicurezza per gli operatori, tutela reale per i cittadini
Asoli Piceno, 31/12/2025. Le aggressioni nei Pronto Soccorso non sono fatalità improvvise né eventi imprevedibili. Sono il risultato diretto di anni di mancata tutela, carenze organizzative e assenza di strategie strutturali. A dirlo con chiarezza, e soprattutto con proposte concrete, è il NurSind, che ad Ascoli Piceno sceglie di non limitarsi alla denuncia ma di indicare una via precisa, praticabile e immediata: “Soccorso Protetto 2026”.
In un contesto nazionale in cui la violenza contro gli operatori sanitari cresce di giorno in giorno, il sindacato delle professioni infermieristiche mette al centro un principio non negoziabile: la sicurezza di chi lavora è condizione indispensabile per garantire cure sicure ai cittadini. Ed è proprio da questa visione che nasce la nota ufficiale indirizzata al Direttore Generale dell’AST di Ascoli Piceno, Antonello Maraldo, dopo i gravi episodi di aggressione che hanno coinvolto infermieri e operatori socio-sanitari nei Pronto Soccorso di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto.
Il NurSind non parla di emergenze improvvise, ma di rischi concreti, prevedibili e quotidiani, che richiedono risposte organizzative stabili e operative nelle 24 ore.
Il progetto “Soccorso Protetto 2026” nasce da un’analisi lucida della realtà: Pronto Soccorso sovraffollati, organici insufficienti, attese prolungate, cittadini esasperati e operatori lasciati soli a gestire tensioni che nulla hanno a che vedere con la loro professionalità. In questo scenario, il personale sanitario diventa troppo spesso l’unico bersaglio visibile di un sistema che non funziona.
Per il NurSind di Ascoli Piceno la violenza non si combatte con annunci, ma con strumenti, presidi e scelte organizzative chiare.
Tra i punti qualificanti della proposta emerge con forza la richiesta di un supporto psicologico strutturato per gli operatori aggrediti, oggi totalmente assente. Un vuoto grave, perché chi subisce violenza non è solo un professionista ma una persona che porta con sé conseguenze emotive e lavorative profonde. Accanto a questo, il sindacato sottolinea come la carenza di personale e il sovraccarico di lavoro siano fattori determinanti nell’innesco delle aggressioni, alimentando frustrazione e conflitti che ricadono sugli operatori in prima linea.
La sicurezza non è un costo, ma un investimento necessario per la tenuta del servizio pubblico, ribadisce con fermezza il NurSind.
Il modello proposto guarda avanti e chiama direttamente in causa la responsabilità della Direzione: videosorveglianza h24, dispositivi di protezione indossabili, vigilanza relazionale formata, formazione mirata all’autotutela, rafforzamento degli organici e presenza costante delle forze dell’ordine. Misure che, se attuate in modo integrato, trasformerebbero il Pronto Soccorso da luogo di rischio a spazio realmente protetto.
La palla, ora, è tutta nel campo della governance aziendale. Il NurSind di Ascoli Piceno, guidato dal segretario territoriale Maurizio Pelosi, ha fatto la sua parte: ha analizzato il problema, avanzato soluzioni e chiesto un confronto immediato. Ignorare questa proposta significherebbe accettare che le aggressioni continuino a essere considerate “incidenti di percorso” invece che il sintomo di un sistema da correggere subito.
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