Infermieri, stipendi tagliati a novembre: trattenute dopo l’errore del Fisco. NurSind: Inaccettabile
Il sindacato di categoria NurSind è stato il primo a denunciare pubblicamente quanto accaduto con gli stipendi di novembre degli infermieri del Servizio sanitario nazionale. Il segretario nazionale, Andrea Bottega, ha parlato di un’interpretazione “incomprensibile sul piano giuridico e incoerente su quello economico”, puntando il dito sia contro l’Agenzia delle Entrate sia contro le aziende sanitarie che hanno proceduto al recupero fiscale. Per il sindacato, la vicenda rappresenta l’ennesima prova di scollamento tra istituzioni e realtà del personale sanitario, già colpito da carichi di lavoro insostenibili e da retribuzioni considerate insufficienti.
Stipendi più leggeri a novembre: trattenute da 50 a centinaia di euro
Il 27 novembre migliaia di infermieri hanno scoperto che la loro busta paga era più bassa del previsto. Le trattenute, variabili tra 50 euro e alcune centinaia, derivano da un conguaglio fiscale disposto dalle Asl. Un intervento che molte aziende hanno giustificato come recupero dell’Irpef non trattenuta nei mesi precedenti. Il risultato è stato un taglio improvviso e inatteso su stipendi già regolarmente programmati, un colpo che molti infermieri hanno appreso solo a fine mese.
Come nasce il caso: l’interpello di una Asl e la risposta sbagliata del Fisco
La vicenda affonda le radici nella richiesta di chiarimento avanzata da una Asl piemontese all’Agenzia delle Entrate. L’azienda voleva sapere se le ore di pronta disponibilità potessero rientrare nella detassazione al 5 percento prevista dalla legge di Bilancio 2025 per gli straordinari degli infermieri. Il Fisco ha risposto con una lettura restrittiva: sì allo straordinario dell’articolo 47 del Ccnl, no alle ore regolate dall’articolo 44. Una risposta che ha innescato un effetto domino. Circa l’80 percento delle aziende sanitarie, secondo i sindacati, ha colto l’occasione per recuperare budget trattenendo ai lavoratori le somme già detassate.
La detassazione al 5 percento e il suo obiettivo: rendere la professione sostenibile
La flat tax introdotta dalla Manovra 2025 mirava a dare respiro a una categoria in forte sofferenza. Gli straordinari degli infermieri sono un pilastro del funzionamento quotidiano degli ospedali, aggravati da una carenza ormai strutturale di personale. Per questo, la norma era stata pensata per rendere almeno più conveniente il sacrificio aggiuntivo richiesto ai lavoratori. Per quasi un anno è stata applicata senza problemi. Poi è arrivato l’interpello della Asl piemontese e il quadro si è ribaltato.
Le aziende si muovono in fretta: via alle trattenute su una base giuridica fragile
La risposta dell’Agenzia delle Entrate, pur non vincolante, è stata interpretata dalle aziende come via libera per ricalcolare la tassazione degli straordinari. In poche settimane, molte Asl hanno predisposto conguagli, trattenendo l’Irpef non richiesta nei mesi precedenti. La rapidità e l’estensione del recupero hanno sorpreso i sindacati. Molti lavoratori parlano di un atteggiamento punitivo che non tiene conto né del contesto né del reale significato delle ore di pronta disponibilità.
Cosa sono le ore di pronta disponibilità e perché rientrano nello straordinario
La pronta disponibilità non è un bonus né un’indennità marginale. È un servizio svolto fuori dall’orario contrattuale. L’infermiere deve essere reperibile, pronto a rientrare in reparto in tempi brevi per affrontare urgenze operative come interventi chirurgici imprevisti o necessità di apertura straordinaria di sale operatorie. Sono attività che vanno oltre le 36 ore settimanali e che, di fatto, rappresentano lavoro straordinario. La legge di Bilancio non le cita, ma non stabilisce neanche una distinzione fra le diverse forme di straordinario. Da qui la posizione dei sindacati, che considerano l’esclusione priva di logica.
Il parere del governo smentisce il Fisco: “Ogni ora oltre l’orario è straordinario”
Il 20 novembre l’Ufficio legislativo del ministro per la Pubblica Amministrazione ha inviato un documento ufficiale all’Agenzia delle Entrate. Il parere è chiaro: la detassazione al 5 percento va applicata a tutte le ore effettivamente lavorate oltre l’orario contrattuale, qualunque sia la causale. Il governo ricorda inoltre che la relazione tecnica della Manovra 2025 aveva già previsto le coperture economiche anche per la pronta disponibilità. In altre parole, lo Stato ha calcolato i costi tenendo conto di tutto lo straordinario infermieristico. Questo smentisce in modo diretto la linea adottata dal Fisco e dalle Asl.
Infermieri in attesa di restituzione: “Le aziende non ci hanno ascoltati”
NurSind riferisce di aver diffidato formalmente tutte le aziende sanitarie, i presidenti di Regione e l’Agenzia delle Entrate prima delle buste paga di novembre. Il messaggio non ha avuto effetto. “Le Asl ci hanno risposto che avrebbero trattenuto comunque”, spiega Bottega su Il Fatto quotidiano. Ora il sindacato attende un passo indietro ufficiale del Fisco e un chiarimento dal ministero della Salute. Solo dopo sarà possibile capire come e quando gli infermieri potranno recuperare le somme sottratte.
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