Gonorrea: l’OMS lancia l’allarme resistenza antibiotica
La gonorrea malattia sessualmente trasmessa (SDT) è sempre più diffusa e difficile da curare: responsabile la resistenza antibiotica che il batterio (Neisseria gonorrhoeae), è riuscito a sviluppare nel corso degli ultimi anni . A lanciare l’allarme è l’Oms secondo cui sono circa 78 milioni le persone che contraggono la gonorrea ogni anno (in Italia si stima che siano un centinaio all’anno). (da Quotidiano Sanità)
L’incremento della diffusione della patologia, sempre secondo l’Oms, è da ricondurre all’uso meno frequente dei preservativi, alla difficoltà di fare diagnosi precoce e a trattamenti antibiotici inadeguati.
Teodora Wi, specialista della riproduzione umana presso la Health Agency delle Nazioni Unite, ha recentemente presentato i dati di un monitoraggio delle forme di gonorrea resistenti, condotto dal 2009 al 2014 in settantasette Paesi: i risultati non sono per niente incoraggianti, ogni volta che si introduce una nuova classe di antibiotici, la gonorrea sviluppa una maggiore resistenza.
La Wi, in questa occasione ha, inoltre anticipato i dettagli di due studi sulla gonorrea che verranno pubblicati prossimamente nella rivista Plos Medicine e che riportano tre casi documentati (uno in Giappone, uno in Francia ed uno in Spagna) di pazienti affetti da gonorrea contro la quale non sono conosciuti antibiotici efficaci.
Inoltre in questi studi è emerso come il sesso orale aumenti il rischio di contrarre la patologia e di sviluppare resistenza da parte del batterio: quando, infatti, vengono usati antibiotici per trattare un comune mal di gola causato da altri batteri e, nella stessa sede sono presenti anche ceppi di Neisseria gonorrhoeae, il trattamento antibiotico esercita una pressione selettiva che favorisce l’insorgenza della resistenza.
La gonorrea è spesso asintomatica, colpisce sia gli etero che gli omosessuali e si trasmette tanto con i rapporti sessuali non protetti quanto con quelli, appunto, non penetrativi. Possibili conseguenze sono l’infertilità, parti prematuri, infezioni del feto e del liquido amniotico e aumento del rischio di contrarre l’ Hiv. I segni più comuni sono le infiammazioni e le perdite vaginali, nelle donne, e negli uomini le infiammazioni pelviche e le difficoltà nell’urinare. Se non curata può avere complicazioni gravi.
Le indagine effettuate dal Global Gonococcal Antimicrobial Surveillance Programme dell’OMS (WHO GASP) tra il 2009 e il 2014 mostrano come la resistenza del Neisseria gonorrhoeae sia aumentata nei confronti della ciprofloxacina, dell’azitromicina e anche del ceftriaxone e della cefixima . Il dato relativo a questi ultimi due farmaci, appartenenti alla famiglia delle cefalosporine ad ampio spettro è preoccupante perché nella maggior parte dei Paesi questi sono gli unici antibiotici effettivamente efficaci contro la gonorrea. Per contrastare questa tendenza l’OMS nel 2016 aveva indicato come trattamento principale l’associazione cefixima/azitromicina.
Manica Balasegaram, direttore del Global Antibiotic Research and Development Partnership, ha lanciato l’allarme : è urgente dare il via alla creazione di nuovi farmaci. Allo stato attuale, infatti, sono solo tre i nuovi farmaci anti gonorrea in fase di sviluppo e con nessuna garanzia sull’efficacia finale. L’OMS proprio per questo starebbe pensando di avviare uno studio per giungere alla formulazione di un vaccino.
Fino ad allora non si insisterà mai abbastanza sulla prevenzione.