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Turni di notte e stress fanno ingrassare. Ecco come. La prima evidenza scientifica

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 03/04/2018 vai ai commenti

Studi e analisi

Lo stress cronico e la turnazione che prevede il lavoro di notte sono indici di rischio per il sovrappeso, a rivelarlo uno studio pubblicato su Cell Metabolism che fornisce la prima prova scientifica molecolare di quanto accade nel nostro organismo, quando ad essere alterato è il ritmo circadiano del cortisolo.

L’alterazione del ritmo circadiano dei glucorticoidi aumenta la differenzazione dei precursori delle cellule adipose, vediamo come.

E’ stato osservato che in una persona normale, le concentrazioni ematiche di glucocorticoidi mostrano delle oscillazioni verso il basso o verso l’alto nelle 24 ore, con il picco più alto verso le 8 di mattina e le concentrazioni più basse verso le 3 di notte. Lo zenith di concentrazione verso le otto di mattina rappresenta una sorta di segnale di ‘sveglia’ per tutto l’organismo.

In condizioni di stress o nel caso di lavoro notturno, i glucocorticoidi possono mostrare concentrazioni elevate, a prescindere dal naturale ritmo circadiano; uno stress di breve durata (ad esempio una corsa) provocherà dei picchi di glucocorticoidi nel sangue anch’essi di breve durata, mentre uno stress cronico, produce un sostenuto aumento di concentrazione di questi ormoni.

I glucocorticoidi scatenano la conversione degli elementi precursori in cellule adipose, di solito a livelli ormonali nella norma solo l’1% di questa popolazione si converte in cellula adiposa.

A far sì che una prolungata esposizione ai glucocorticoidi determini una maggiore differenziazione dei precursori delle cellule adipose, sono due molecole che agiscono come ‘freno’ (la CEBP-alfa) o come ‘acceleratore’ (la FABP4).

Gli studiosi hanno esposto i precursori degli adipociti a diversi ‘bagni’ di glucocorticoidi nell’arco della giornata per 4 giorni consecutivi. In questo modo hanno potuto dimostrare che un’esposizione ai glucocorticoidi per 48 ore provocava il maggior tasso di differenziane, mentre ‘polsi’ di esposizione più brevi, con intervalli di almeno 12 ore tra uno e l’altro, inducevano il minor numero di differenziazioni.

L’esperimento è stato compiuto sui topi: a due gruppi di questi per lo stesso periodo di tempo, è stata somministrata la stessa quantità di cibo, monitorando il peso.

Gli autori dello studio hanno sottoposto gli animali ad un impianto di glucocorticoidi nel primo gruppo e nel gruppo di controllo ad un impianto non contenente ormoni.

Alla fine, quelli con gli impianti di glucocorticoidi avevano raddoppiato la loro massa grassa, sia per aumento del numero di adipociti, che per aumento di volume di quelli preesistenti. I ricercatori hanno evidenziato anche che, somministrando i glucocorticoidi in bolo (per iniezione) in corrispondenza dei normali picchi circadiani, non si verificava alcun aumento di peso.

La perdita del normale ritmo circadiano dei glucocorticoidi, portava, in 21 giorni, ad un raddoppio della massa grassa dell’animale.

 

da Quotidiano Sanità