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1maggio: NurSind lotta perché il lavoratore torni ad essere un valore da difendere

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 01/05/2018 vai ai commenti

AttualitàEditoriali

Di Marialuisa Asta

 

Quest’anno la ricorrenza della Festa dei Lavoratori assume una particolare valenza per quello che ricorda e per quello che oggi la categoria infermieristica sta vivendo: un rinnovo contrattuale che oltre ad essere economicamente inadeguato, sta provando a cancellare i diritti dei lavoratori, quelli conquistati con la lotta e la partecipazione di massa.

Il 1° maggio ricorda le battaglie operaie, in particolare quelle volte alla conquista di un diritto ben preciso: l'orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore (in Italia con il RDL n. 692/1923).

La ricorrenza di quest’anno coincide con le nostre lotte; mai come in questi mesi, la partecipazione è stata massiva e compatta, ma è anche vero che mai era successo nella storia che, un contratto fosse firmato in faccia ai lavoratori che stavano scioperando e manifestando a gran voce e numerosi, la loro contrarietà.

Oggi, percorrendo come sempre le corsie di una sanità al collasso, non potremo fare a meno che fare una sola riflessione: che valore dare a questo primo maggio?

Quale valore se noi come professionisti per i governi che si sono succeduti, non abbiamo più valore.

Lavoriamo allo stremo delle forze, senza risorse, senza mezzi, vittime di scellerati definanziamenti alla sanità, ormai sull’orlo di un precipizio.

Ogni giorno affrontare le trincee delle nostre unità operative è come scendere in guerra: sono in totale 1.420 gli episodi di violenza nel 2017, frutto della rabbia crescente della popolazione, che si vede negato il Diritto alla Salute, con i tagli ai posti letto, tagli al personale, alle prestazioni.

Abbiamo perso valore ed abbiamo perso il futuro, lo sanno bene i tanti precari della sanità che vivono di incertezze, senza garanzie e senza tutele.

A questa dovuta riflessione, che mette a fuoco il momento che la sanità sta vivendo, deve fare seguito l’azione.

Dobbiamo continuare a lottare come abbiamo fatto fino ad adesso, perché solo la partecipazione di massa può invertire la rotta.

Ci diranno che non serve a niente, ci derideranno, agli occhi di chi non sa guardare oltre, potremo apparire dei folli; non importa, la storia ci ha dato ragione, in passato, come nel presente: lo straordinario obbligatorio cancellato dal contratto ne è un esempio.

Oggi, che sia il giorno della riflessione e del fare, perché la Salute torni ad essere un valore assoluto, e che il lavoro in sanità torni ad essere un valore da difendere.