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Turni di servizio. Il datore di lavoro è obbligato a comunicarli con largo anticipo? La Cassazione risponde

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 05/09/2018 vai ai commenti

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Non vi è danno per la tardiva comunicazione dei turni di servizio se il lavoratore non dimostra che esiste un obbligo in tal senso normativo e contrattuale.

 

E’ quanto sancito dalla Cassazione con la Sentenza n. 21562 del 3 settembre 2018.

 

I fatti

Il lavoratore aveva trascinato in giudizio l’azienda della quale era dipendente affinché, gli fosse riconosciuto il compenso per le ore lavorate in esubero, dato il contratto di lavoro part-time e per la tardiva comunicazione dei turni di servizio.

 

Quando si parla di lavoro a turni?

Si ha un lavoro a turni quando diversi dipendenti sono successivamente occupati negli stessi posti di lavoro, secondo un determinato ritmo (compreso quello rotativo). Il ritmo può essere di tipo «continuo» o «discontinuo» e comporta la necessità per i lavoratori di compiere un lavoro a ore differenti su un periodo determinato di giorni o di settimane.

 

La Cassazione conferma quanto già deciso in precedenza dalla Corte Territoriale, ovvero accoglie una parte del ricorso, condannando l’azienda a risarcire il lavoratore in relazione alle ore lavorate in esubero, includendo anche il compenso per la pausa mensa non retribuita, inserita unilateralmente dal datore di lavoro; pausa che per collocazione, non consentiva al lavoratore di disporre del tempo come meglio preferiva, e per questo la fase di inattività, deve essere retribuita tanto quanto il tempo dedicato al lavoro.

Riguardo alla richiesta per danno da tardiva comunicazione dei turni, la Cassazione afferma quanto sancito dalla Corte Territoriale ovvero,veniva respinta, in quanto il lavoratore non aveva allegato le fonti normative e contrattuali da quali evincere l’obbligo della tempestiva comunicazione dei turni.

Inoltre nel modus operandi dell’azienda non si ravvisava una violazione dei principi di correttezza e di buona fede nell’esecuzione del contratto.

Infine non vi erano stati ravvisate ricadute patrimoniali dal non aver ottenuto tempestivamente il turno di servizio.

 

Cosa dice la giurisprudenza sulla comunicazione del turno ai dipendenti

Pur mancando una norma specifica che imponga al datore di lavoro di comunicare in anticipo i turni di servizio, in ogni caso egli deve comunque garantire un minimo preavviso. E questo perché tutta la normativa in materia di rapporto di lavoro impone ai contraenti (datore e dipendente) di comportarsi, nell’esecuzione del contratto, secondo buona fede e correttezza.

Qualora si ravvisasse la mancata correttezza e buona fede, il lavoratore ha diritto a vedersi riconosciuto un risarcimento.

Il risarcimento però è subordinato al fatto che l’interessato dimostri di aver subito un danno dall’organizzazione intempestiva degli orari di lavoro.

 

 

Da Quotidiano del Diritto