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Premi ai medici che negano i giorni di malattia e revocano le invalidità. Ecco la delibera Inps

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 10/10/2018

Attualità

Il medico non si compra”, è dura e chiara la posizione di Filippo Anelli, Presidente dell'ordine dei Medici, su quella che è la decisione Inps, ovvero premiare i medici che negano la malattia e revocano le invalidità.

 

La delibera, firmata a Marzo di quest’anno, da Tito Boeri, Presidente Inps, stabilisce che tra tra i criteri di valutazione utili alla retribuzione di risultato dei medici vi sono quelli legati alla malattia ed alle invalidità: più il medico negherà prestazioni e più sarà pagato.

E’ quanto stabilito sul “Piano triennale delle performance 2018-2020”, che chiunque può consultare sul sito dell’Inps.

Nel Piano, a pagina 16, viene riportato il riepilogo nazionale degli “Indicatori di efficienza economico-finanziaria della produzione”. Le ultime due righe sono relative l’annullamento della malattia e la revoca di invalidità, dalle quali, per quest’anno, è previsto un “risparmio” per le casse dello Stato pari a 81.412.836, contro 72.988.947 che erano l’obiettivo 2017, vale a dire un 11,4% in più.

La scelta di legare il premio di produttività a criteri “decisamente discutibili” è quello di tagliare le prestazioni previdenziali, fino a raggiungere entro il 31 dicembre gli 80 milioni di euro, oltre 10 in più rispetto ai tagli alle erogazioni praticati l’anno scorso.

Per la prima volta nella storia, l’ente riconoscerà un incentivo ai dirigenti dell’area medico-legale in base a quante prestazioni per malattia e invalidità riusciranno a revocare.

 

Commenta Filippo Anelli - Non ritengo possa avere come obiettivo quello del risparmio, ma quello del riconoscimento o meno di un giusto diritto. Credo che lo Stato oggi dovrebbe essere il maggior garante dei diritti, quindi mi fa specie che anteponga una questione di carattere economico a un diritto del cittadino. Da un punto di vista concettuale è difficile da accettare, lo dico da cittadino e non da medico. Io mi aspetterei che la mia Repubblica Italiana, fondata su determinati diritti, avesse come maggior garante lo Stato e i suoi organi. Nel momento in cui qualcuno mi incentiva a non applicare un diritto, allora è un vero e proprio tradimento della Carta costituzionale. In senso etico, credo, che questo problema debba essere posto. Non mi pare assolutamente possibile transigere.

 

Da il Fatto Quotidiano