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Messina. Gli infermieri del "Papardo" vincono la causa sui buoni pasto. Riconosciuti gli ultimi cinque anni

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La Redazione
Pubblicato il: 28/11/2018 vai ai commenti

NurSind dal territorioSicilia

La Corte di Appello di Messina sezione Lavoro rigetta l’Appello e conferma la sentenza del Tribunale di Messina che condanna l’Azienda al pagamento di tutte le spese legali e al risarcimento (già riconosciuto) con pagamento del buono pasto, per gli ultimi cinque anni e per ogni turno lavorato di pomeriggio e notte. 

"Oggi trionfa la giustizia – esclama l’avvocato Salvatore Lincon – dal 30/06/2011 insieme al sindacalista Paolo Quartaronello abbiamo intrapreso una battaglia di legalità volta a fare giustizia per una parte di pubblici dipendenti, appunto quelli dell’Azienda Papardo di Messina, per i quali non vale il diritto alle modalità sostitutive (buoni pasto), pur avendo lavorato anche dodici ore consecutive".
Tutto questo si infrange se si pensa al nuovo contratto di lavoro voluto fortemente da tutte le sigle sindacali escluso il NurSind che per i turnisti eliminerebbe questo diritto; l’inserimento del nuovo articolo 27 equivale ad una perdita economica variabile tra i € 40 e i € 130 euro a dipendente; il sistema sanitario fa cassa con chi lavora, risparmia oltre 200 Mln di euro.
Questo il nuovo articolo incriminato il 27 comma 4 “Qualora la prestazione di lavoro giornaliera ecceda le sei ore, il personale, purché non in turno, ha diritto a beneficiare di una pausa di almeno 30 minuti al fine del recupero delle energie psicofisiche e della eventuale consumazione del pasto”.
Ci sono voluti chiarimenti istituzionali ARAN a definire il testo ambiguo e la stessa Agenzia dichiara che il pasto o il buono pasto è un diritto possibile.
“Ma come si può scrivere e firmare un contratto con un diritto non chiaro; bastava non scrivere ‘purché non in turno’ ma anche l’ARAN non dice che è un diritto assoluto ma possibile.”