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Infermieri. Dispositivi per infusione in PVC ed incompatibilità con i farmaci. Ecco quali

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 21/07/2020

NursingProfessione e lavoroStudi e analisi

Nella somministrazione della terapia, una fase importante à la scelta del dispositivo di infusione endovenosa, in quanto studi scientifici acclarati hanno dimostrato come i farmaci possano interagire con il materiale costituente i dispositivi secondo due meccanismi: è possibile che il principio attivo sia assorbito dalla superficie del dispositivo, o che sostanze costituenti il dispositivo vengano cedute alla soluzione infusionale.

La revisione della letteratura, ha permesso di rilevare che numerosi farmaci, anche di comune impiego, sono in grado di interagire con i dispositivi per infusione in PVC, vediamo di seguito come e quali.

I dispositivi infusionali

Tra i materiali usati per la costruzione dei dispositivi infusionali vi è il PVC, scelto per versatilità, leggerezza, resistenza e basso costo.

Al fine di migliorare le proprietà tecnologiche dello stesso, il materiale viene spesso addizionato del plastificante dietile-silftalato (DEHP), in quanto il PVC ha presenta tuttavia caratteristiche intrinseche di rigidità che ne precludono l’impiego come tale per la produzione di alcuni dispositivi infusionali; il DEHP ne aumenta la flessibilità.

 

Come interagiscono i farmaci con i dispositivi infusionali

Alcuni tra i farmaci che vengono somministrati per via endovenosa sono in grado di interagire con i dispositivi in PVC utilizzati per l’infusione attraverso due meccanismi principali:

  • è possibile che il principio attivo sia adsorbito sulla superficie del materiale, riducendo, a volte drammaticamente, la dose effettivamente somministrata.
  • alcuni farmaci sono in grado di determinare la cessione del DEHP alla soluzione infusionale, estraendolo dal polimero.

 

Il DEHP è altamente tossico. La sua tossicità negli animali da esperimento è stata ampiamente dimostrata, evidenziando la comparsa di effetti cancerogeni e teratogeni, nonché di alterazioni epatiche ed endocrine, soprattutto a carico dell’apparato riproduttivo, e la possibilità che gli stessi eventi si manifestino anche nell’uomo è suggerita da alcuni studi

 

Farmaci che vengono adsorbiti dal PVC

Tra questi farmaci ci sono: nitroglicerina, carmustina (Nitrumon®) clorpromazina (Largactil®).

Farmaci in grado di estrarre DEHP

Tra questi ci sono: Il paclitaxel (Anzatax®,Paclitaxel IPFI, Paclitaxel EB, Paclitaxel EM, Paxene®e Taxol®), il teniposide (Vumon®) e la ciclosporina(Sandimmun®), etoposide (Lastet®, Ve-pesid®e farmaci generici), propofol (Diprivan®e gene-rici), docetaxel (Taxotere®), emulsioni lipidiche (Intrali-pid®, Lipofundin®e Lipovenos®) e diazepam in soluzione lipidica (Diazemuls®).

 

Dispositivi per infusione da utilizzare in alternativa a quelli in PVC

L’ultimo passaggio della ricerca ha portato all’individuazione di dispositivi per infusione da utilizzare in alternativa a quelli in PVC: una gamma di prodotti “PVC-free”. In verità, è stato mantenuto l’uso di un regolatore di flusso in PVC privo di DEHP, idoneo anche per i farmaci adsorbiti sul PVC, visto il breve tempo di contatto tra la soluzione e il materiale

 

Da: Incompatibilità tra farmaci e dispositivi per infusione in polivinilcloruri

Matilde Scaldaferri, Paolo Abrate, Carla Varola, Laura Rocatti Struttura Complessa di Farmacia, ASL 9, Ivrea (TO)