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Stabilizzazione degli infermieri precari. Le richieste di NurSind Bologna

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La Redazione
Pubblicato il: 21/10/2020 vai ai commenti

Emilia RomagnaNurSind dal territorio

“Non è possibile pensare di affrontare una nuova ondata senza rinforzare quello che si è dimostrato essere il pilastro della sanità: gli infermieri. Non possiamo permetterci di pagare con altre vite umane questa pandemia”.

“Secondo quanto riportato dai vari monitoraggi in corso si sta registrando un incremento nel trend dei nuovi casi Covid e dei ricoveri. E purtroppo sale, seppur lentamente, il numero di pazienti nelle terapie intensive. Questi monitoraggi dimostrano quindi che siamo in una fase di recrudescenza dei contagi, circostanza che dovrebbe comportare da subito un'organizzazione idonea e attività per garantire la sicurezza e l'uniformità dei livelli di qualità delle prestazioni sanitarie, affinchè nessuno possa essere catalogato di serie B e incontrare maggiori rischi a seconda del reparto o della struttura sanitaria nella quale presta attività”. È quanto afferma Antonella Rodigliano, segretaria territoriale del NurSind Bologna, che poi precisa: “La Fase 2 dell'emergenza Covid-19 era prevedibile, pertanto ci saremmo aspettati una migliore organizzazione. Invece, a distanza di mesi, emerge una certa impreparazione organizzativa. Le criticità emerse durante questo incremento di contagi sono le stesse riscontrate nella prima fase dell'emergenza”.

“Sono diverse le problematiche che ci preoccupano -continua la rappresentante sindacale- a cominciare dal numero insufficiente di personale infermieristico”.

In merito al problema della precarietà in essere, soprattutto per gli infermieri, Rodigliano sottolinea di aver “sollecitato la Regione Emilia-Romagna a procedere in tempi rapidi ad un monitoraggio e alla relativa stabilizzazione, con criteri oggettivi e con la massima trasparenza possibile, coinvolgendo tutti i sindacati rappresentativi. Senza distinzione fra firmatari del CCNL e non, tenuto conto che la stabilizzazione del personale è un tema va oltre la disciplina di tale contratto. Purtroppo però registriamo che si è fatto poco o niente in merito”.

“Crediamo fermamente -continua la segretaria territoriale del NurSind- che potenziare gli organici nelle nostre strutture sanitarie sia utile a incrementare il tempo necessario da dedicare ai pazienti, a valorizzare le competenze necessarie per dare risposte assistenziali adeguate e a corrispondere ad una sanità di qualità. Oggi ci ritroviamo con l'aumento dei casi e di pazienti ricoverati nelle strutture sanitarie, dove le piante organiche presentavano già prima della pandemia carenza di personale, parzialmente tamponata nel periodo d'emergenza con personale interinale. Non è possibile pensare di affrontare una nuova ondata senza rinforzare quello che si è dimostrato essere il pilastro della sanità: gli infermieri. Non possiamo permetterci di pagare con altre vite umane questa pandemia”.

“Come categoria di infermieri -conclude Antonella Rodigliano- pensiamo di aver già dato, ma siamo disponibili a dare ancora molto altro purchè le scelte organizzative ci vedano partecipi e si proceda alla stabilizzazione dei precari e alla tutela di tutti i professionisti coinvolti, con Dpi adeguati in quantità e qualità. Solo con una condivisione seria tra i rappresentanti delle aziende sanitarie e di tutte le sigle sindacali, nessuno escluso, si potrà evitare quanto è avvenuto nella prima fase, dove a pagare il prezzo più alto sono stati i pazienti doppiamente fragili per età e patologie pregresse e gli operatori sanitari”.