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Le bugie dell’infermiera sulla morte di Maradona. E’ mistero

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 28/11/2020 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarieEstero

 

Mercoledì, scompare all'età di 60 anni a causa di un arresto cardiocircolatorio, Maradona. La sua morte è adesso al centro delle polemiche, dopo le dichiarazioni dell'avvocato Morla. La Magistratura è dunque al lavoro per indagare sull'orario del decesso e i primi interventi dei soccorritori, così come l'assistenza ricevuta in casa.

La procura di San Isidro infatti sta indagando sulle ultime ore di Maradona, lasciato solo secondo la denuncia dell’avvocato Matias Morla.

Mercoledì è il giorno della morte: alle 6.30 l’infermiere del turno notturno, Ricardo, ha spiegato che Diego riposava e "respirava", mentre un’ora più tardi Gisela (infermiera dal mattino) ha raccontato di aver sentito Maradona spostarsi all’interno della stanza pur non avendo avuto contatti con lui. Alle 11.30 Agustina Cosachov (psichiatra) e lo psicologo Carlos Díaz si presentano per la visita periodica con Diego: entrando in stanza si accorgono che è privo di sensi. Iniziano quindi le manovre di rianimazione condotte da infermiera, psichiatra e un medico che vive nelle vicinanze. Alle 12.00 è stabilita l’ora della morte dal medico legale che ha eseguito l’autopsia, stima che tuttavia potrebbe essere anticipata come puntualizza il Clarín. Sono le 12.16 quando Leopoldo Luque, medico personale di Maradona, chiama il pronto soccorso per richiedere un’ambulanza: si fa riferimento ad "una persona deceduta" e di "circa 60 anni" senza identificarsi né pronunciando il nome della vittima. A seguire c’è l’arrivo della prima ambulanza a San Andrés (ore 12.28) e della polizia alle 13.00, mentre il medico dell’ambulanza conferma la morte di Maradona alle 13.10 dopo non essere riuscito a rianimarlo. (Skysport)

Diego, trovato privo di sensi alle 11,30 dalla psichiatra Agustina Cosachov e dallo psicologo Carlos Díaz, era vivo, secondo la prima deposizione dall’infermiera domiciliare Gisela, alle 7,30 del mattino: ieri, però, la donna ha clamorosamente ritrattato, spiegando d’essere stata obbligata a dire d’aver sentito Maradona muoversi nella sua stanza a quell’ora. Chi l’ha costretta? E perché? Un mistero sul quale si concentra l’inchiesta del Procuratore Generale John Broyad e dei suoi vice Cosme Iribarren e Patricio Ferrari.

Da La Stampa e Sky Sport